Cannes applaude Alice Rohrwacher

Una casa come un alveare;  una cornice arcaica in mezzo a una campagna sospesa nel tempo; un padre-padrone apicoltore che odia la civiltà; Gelsomina che vive con le tre sorelline e una Monica Bellucci fata che occhieggia dal programma tv  che conduce. Ecco “Le Meraviglie” (in sala dal 22 maggio)  di Alice Rohrwacher tornata ieri a Cannes  a tre anni dalla sua prima volta con quello che era anche il suo primo film, “Corpo celeste”. Ma, stavolta, è entrata dalla porta principale, corre infatti in Concorso e non con poche chance,  perché il film è piaciuto (più agli stranieri che agli italiani), ma è piaciuto.
Alice, quanto le piace stare su questo palcoscenico internazionale?
Ho pianto quando è arrivata la telefonata che ci avvertiva che il film sarebbe stato in concorso. Ed è qualcosa che mi ha dato fiducia, come una ricompensa dopo un set faticoso, con api e cammelli.
La storia sembra anche molto autobiografica?
Sembra, perché è ambientato tra le api e nella campagna umbra da cui vengo, ma in realtà non lo è, tutto è inventato o quasi. Ciò che volevo era raccontare un’Italia che non è ancora uscita dall’infanzia.
Come è stato lavorare con sua sorella Alba?
È stato un grande aiuto, anche in sceneggiatura, come lavorare in casa.
E, invece, la scelta di Monica Bellucci da dove arriva?
Volevo una vera icona, l’immagine di una televisione che irrompe in un mondo chiuso e lei è stata perfetta, ha abbracciato questo piccolo ruolo con generosità e con grande autoironia. 
Silvia di Paola