6:05 am, 13 Maggio 14 calendario

LA SCUOLA POVERA NEL POVERO SUD

Di: Redazione Metronews
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Roma. La povertà economica colpisce più duramente i bambini del Sud e riguarda ormai oltre 1 milione di minori in tutta Italia, mentre 3 milioni e 500mila sono a rischio di povertà ed esclusione . Lo denuncia il rapporto “La Lampada di Aladino – L’Indice di Save the Children per misurare le povertà educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia”.La Campania, seguita da Calabria, Puglia (ex equo) e Sicilia, è la regione con la maggiore “povertà educativa”, cioè dove più scarsa e inadeguata è l’offerta di servizi e opportunità educative e formative per bambini e adolescenti. Al Sud largamente insufficienti sono gli asili nido, frequentati da meno del 3% dei bimbi,  e le scuole a tempo pieno. Pochissimi i libri, lo sport, l’arte: meno di un terzo dei minori fa sport. Appena il 16% dei minori campani ha visitato un monumento nell’ultimo anno, e ancora meno i ragazzi in Calabria, il 12%. Alto e allarmante il tasso di dispersione scolastica.
Il Friuli al primo postoAl polo opposto della classifica è il Friuli Venezia Giulia, seguito da Lombardia ed Emilia Romagna, le regioni più ricche di servizi e opportunità educative per bambini e adolescenti. Una ricchezza che perde però di smalto al confronto con l’Europa: nessuna regione italiana è in linea con gli obiettivi europei come la copertura degli asili nido, che dovrebbe essere del 33% (nella fascia di età 0-2 anni) ma arriva a stento al 26,5% con l’Emilia Romagna, mentre la Calabria, con il 2,5%, dista quasi 31 punti percentuali dal target europeo. E obiettivo mancato, anche nella maggior parte dello stivale, per la riduzione della dispersione scolastica sotto il 10%, con numeri altissimi in Sicilia (25,8%) ma anche in regioni del Nord come la Valle d’Aosta (19).
 “Illuminiamo il futuro”In occasione della diffusione del dossier, Save the children ha lanciatoieri  la campagna “Illuminiamo il Futuro”: 3 settimane di sensibilizzazione e raccolta fondi fino al primo giugno e l’avvio di un intervento programmatico sul territorio con l’apertura in 5 città (Palermo, Catania, Gioiosa Ionica (Rc), Bari, Genova) dei primi “Punti Luce” per rispondere concretamente alla deprivazione educativa e culturale di tanti minori e dare loro la possibilità di conoscere e coltivare i propri talenti.
L’assessore all’Istruzione di Napoli: «Per ridurre il gap, serve più lavoro femminile»
Napoli. «A Napoli non c’è un sistema integrato tra pubblico e privato per gli asili nido»: esordisce così Annamaria Palmieri, assessore all’Istruzione del comune di Napoli, fanalino di coda in Europa per le politiche per l’infanzia.
Investite troppo poco?Il comune di Napoli gestisce direttamente 40 asili nido  per 2 mila posti. Sono pochissimi gli asili privati convenzionati, perché i parametri richiesti sono strettissimi. Io non posso far pagare rette troppo alte, perché da noi la maggior parte delle donne sono disoccupate. Ed è da qui che parte il gap con l’Europa che vogliamo abbattere. Ma se a causa della spending review  tagliano i fondi, è un cane che si morde la coda.
Come se ne esce?Basterebbe  avere una banca dati sui vari progetti di comune, regione e governo. Uno dei più grossi ostacoli è il fatto che i progetti  non sono pluriennali, ma si finanziano anno per anno. Come possiamo cambiare la società senza una  programmazione lungimirante?
 
 
(Valeria Bobbi)
Foto: www.savethechildren.it
 
 

13 Maggio 2014
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