12:05 am, 12 Maggio 14 calendario

Colonizziamo la Cina con i detersivi ecologici

Di: Redazione Metronews
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Sessa Aurunca. La sfida più importante ha l’inestricabile carattere tipografico cinese. Sulla brochure c’è scritto così: “È possibile produrre con profitto senza inquinare”. Dove la parola profitto è l’asso pigliatutto con il quale si punta a convincere il governo cinese a sponsorizzare un progetto che potrà essere rivoluzionario non solo per la provincia di Jiangxi, ma anche per Sessa Aurunca, al confine tra Caserta e il litorale domitio, nell’elenco del decreto Terra dei Fuochi. Che porterà i colori dell’Italia in Cina. E non il contrario.
Il cavallo di Troia
Questa è una storia che ha radici lontane e un orizzonte a est. Ed è anche un cavallo di Troia: un ciclo di produzione di detergenti. Tecnologia italiana, ecosostenibilità europea. Ma come è possibile esportarlo dove si produce quasi senza regole? Antonio Picascia, 45 anni, è uno dei tre soci (con Francesco Beneduce e Giuseppe Maglione) della Cleprin, azienda chimica nata nel 1991, alla quale il governo cinese ha messo a disposizione gratuitamente un palazzo di ottomila metri quadrati a Jiangxi per creare il case history. «Ci sono stato 13 volte dal 2012. In questo palazzo esporteremo la nostra azienda chimica. Produrremo detergenti ma l’obiettivo va oltre: mostreremo alle autorità e agli imprenditori che produrre senza inquinare è possibile e conveniente». La Cina è un’immensa riserva idrica per il pianeta. Ma nei suoi fiumi finiscono gli scarichi industriali.
Per ripulire i fiumi sporchi
«La Cina non riesce a pulire i fiumi – prosegue Picascia – noi proponiamo di bonificare la fonte dell’inquinamento. Il nostro sistema produttivo ha un ciclo chiuso dell’acqua. Quando verseremo le prime tasse al governo, sarà fatta: lo Stato ci farà da sponsor e imporrà il sistema alle altre aziende della provincia. Speriamo di arrivare a tutto il Paese». Chi sta pensando che sono troppo ambiziosi non conosce tutta la storia. Che ha nel 2007 il punto di svolta. «Nella nostra terra imperversava il commando armato di Setola. La camorra arrivò anche da noi. Ci imposero estorsioni e minacce. Ma noi reagimmo. Da allora siamo una delle tante aziende ribelli del territorio, aiutiamo Libera, siamo testimonial della società civile che non si arrende. E lo Stato lo abbiamo sempre trovato a fianco. Non solo siamo sopravvissuti ma anche grazie ad aziende del nord che hanno comprato da noi proprio per la nostra esposizione sociale siamo cresciuti».
Lo Stato come partner
Lo Stato sarà parte integrante di questa colonizzazione al contrario: «L’Ice segue ogni nostro passo. Per la Cina è fondamentale sapere che alle nostre spalle c’è il sistema Italia». Sì, ma perchè un’azienda cinese dovrebbe spendere soldi per adeguare il proprio ciclo produttivo? «Per creare questo ciclo dell’acqua servono investimenti di poche decine di migliaia di euro. Hanno capito il messaggio principale: lo faranno per i loro figli».
 
(Stefania Divertito)

12 Maggio 2014
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