La Capitale ostaggio di pellegrini e manifestanti

Roma – Giorni di passioni che si rincorrono per “Roma città aperta”. Dopo la paralisi di sabato, in occasione dell’incontro di Papa Francesco con i 300 mila bimbi delle scuole d’Italia, che ha paralizzato il traffico fino a sera (strade chiuse e bus deviati, con un intero quartiere e non solo ostaggio dei pellegrini), domenica non sono mancati blocchi della circolazione intorno a San Pietro in occasione dell’Angelus. E lunedì, un mese dopo gli scontri in via Veneto e le cariche in piazza Barberini, i movimenti per la casa tornano in piazza. Un nuovo corteo in centro e una sfida al ministro dell’Interno Alfano e al suo piano per “proteggere Roma: perché non può più essere lo sfogatoio di tutte le tensioni nazionali”. Tra lunedì e sabato 17 maggio la capitale sarà attraversata da ben due cortei dei movimenti antagonisti. Il primo lunedì 13, lanciato dai Blocchi precari metropolitani e dalle altre sigle per il diritto alla casa: Liberiamo Roma da divieti, rendita e precarietà, lo slogan della manifestazione che partirà alle 16 da piazza della Repubblica per procedere poi su via delle Terme di Diocleziano, via Giovanni Amendola, Largo Corrado Ricci e via dei Fori Imperiali. L’obiettivo annunciato è quello di arrivare proprio fin sotto il Campidoglio: un percorso, però, che non è stato autorizzato. L’idea sarebbe quella di allestire un’acampada magari proprio ai Fori o in una delle aree chiuse al traffico. L’intenzione è quella di raggiungere numeri consistenti per mantenere l’acampada fino al 17, la data dell’altra manifestazione (questa nazionale) in programma contro le privatizzazioni e per i beni comuni, lanciata dai movimenti per l’acqua pubblica a cui si uniranno le sigle che criticano il jobs act del governo Renzi. 
(Nella foto: bus in doppia fila per consentire la discesa dei pellegrini che hanno mandato in tilt il traffico sabato)
(Metro)