Sciopero sull Everest dopo strage di sherpa

Nepal. Sherpa nepalesi in rivolta dopo la tragedia di venerdì scorso sull’Everest, la più grave di sempre, quando 13 guide locali sono state travolte e uccise da una valanga durante una ricognizione in vista dell’avvio delle spedizioni “commerciali”. Ieri gli sherpa si sono riuniti e hanno minacciato di non effettuare più scalate alla vetta più alta del mondo per tutto il 2014 «per onorare i fratelli morti». In prima istanza avevano chiesto al governo aumenti salariali e una revisione degli indennizzi pagati dalle assicurazioni alle famiglie delle vittime. Poi, però, hanno deciso che la questione andava oltre i soldi e serviva un gesto eclatante.
Le pressioni del business
L’inedito sciopero a quota 8.000 resta però incerto e potrebbe rientrare sulla scia delle concessioni governative (fondo di solidarietà) e delle pressioni del business delle scalate “turistiche” con i team internazionali che sono già sul posto e oltre 2,2 milioni di euro incassati dal governo nepalese come royalties. Fra le richieste degli sherpa anche la creazione di un Parco della Memoria e la non applicazione di misure punitive per coloro che nelle prossime settimane si rifiutassero di fissare corde e scale. Il termine sherpa è diventato sinonimo di portatore o guida di alta quota, ma indica un gruppo etnico di ceppo tibetano e religione buddista che abita le montagne orientali del Nepal. Sono diventati scalatori per poter vivere e ora in un solo mese riescono a guadagnare fino a 50 volte il salario normale di un nepalese.
(Metro)
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