Colin Farrell si scopre buono

Una pistola la tiene in mano anche qui, ma solo per poco. Perché stavolta Colin Farrell gioca all’eroe romantico. Dopo anni da delinquente e psicopatico, ha scelto  di svoltare e si è buttato in una “Storia d’inverno” (dal 13 nei cinema).
A portare sullo schermo il bestseller di Mark Helprin lo sceneggiatore premio Oscar Akiva Goldsman all’esordio alla regia, che disegna  un mondo affollato da demoni e cavalli alati, miracoli e reincarnazioni sullo scenario di una New York ripresa nell’arco di due secoli e di una storia d’amore assoluto. A tenere alta l abandiera dei cattivi è invece  Russell Crowe.
Avrebbe mai creduto il “cattivo ragazzo” Colin Farrell di potersi trovare in una storia del genere? «Mai e meno che mai a cavalcare un cavallo alato», dice il divo Farrell, «ma ho scoperto che cambiare è bellissimo. Prima non ci credevo. Ma mi sono sentito a mio agio nei panni di un uomo che ha sempre combattuto contro il sistema sociale, contro la legge e contro se stesso, ma che trova nell’amore l’unico e vero scopo di vita e di morte. Un po’ come è successo a me», conclude.
Silvia di Paola