6:03 am, 4 Febbraio 14 calendario

Nel mio Tango regole d amore

Di: Redazione Metronews
condividi

intervista – Vuole avere il ritmo della Milonga e la malinconia del Tango. Vuole essere tragicomico come ogni vita. È “Tango Libre”, dal 13 nei cinema e ultimo capitolo (dopo An Affair of Love e  La Donna di Gilles) della trilogia di Frederic Fonteyne sulle donne e sull’amore, stavolta raccontato attraverso gli occhi di una guardia carceraria innamorata di una donna libera che in apparenza accetta le costrizioni della vita ma solo per infrangerle come fa con le regole del Tango.
Perché partire proprio da qui?
Perché per me il tango e il cinema hanno qualcosa in comune dato che rivelano delle cose sul nostro corpo difficili da notare. Il tango parla di passione, tradimento, lotta, omosessualità e rivela la tragicomica goffaggine dei personaggi e la bellezza della loro goffaggine.
Ma chi sono i protagonisti?
Sono tutti un po’ fuori di testa. Reagiscono spesso prima di pensare e poi devono convivere con le conseguenze delle loro azioni. È esattamente quello che, nella Genesi, accade a Caino prima che uccida suo fratello Abele. Anche se sa che deve controllarsi, perde la testa e la sua maschera cade giù. Indossiamo tutti delle maschere. Quello che m’interessava qui era ciò che accade quando la maschera cade.
E che cosa è la prigione al centro del film?
È un perfetto luogo metafora dell’impossibilità delle relazioni tra uomini e donne, per questo ho fatto incontrare in una stanza di colloqui una famiglia di fatto, amante  marito, figlio e innamorato con la donna al centro.
La donna è resistenza e abbandono insieme. Sta qui la forza dell’amore?
Anche perché l’amore spesso è  più forte della legge. È magia, sogno, irrazionalità e io racconto di personaggi che l’amore ha fatto deragliare.
(Silvia di Paola)

4 Febbraio 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo