9:34 pm, 21 Gennaio 14 calendario

Nove milioni di processi fardello della malagiustizia

Di: Redazione Metronews
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Roma. A pagare il conto della malagiustizia siamo tutti noi italiani. Parola del ministro Annamaria Cancellieri che ieri alle Camere ha letto la giaculatoria dei mali del nostro sistema processuale: con quasi nove milioni di processi pendenti tra penale (3 milioni e mezzo) e civile (5 milioni e 200mila), inefficienze che pesano sul debito pubblico, mille ricorsi a Strasburgo per i ritardi dei processi e il cumulo degli indennizzi non liquidati che da solo ammonta a quasi 400 milioni. Nella relazione che precede l’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione (venerdì), impressiona ascoltare i numeri del nostro sistema giudiziario, invariati da anni, e per questo peggiori. Secondo il ministro è necessario rafforzare i riti alternativi e agire sul meccanismo delle impugnazioni nel penale, puntare sulla mediazione nel civile, procedere sulla strada tracciata dalla revisione della geografia giudiziaria, nonostante le resistenze. Sul piano delle soluzioni, la Cancellieri annovera a 12.300 nuovi posti letto in via di costruzione, inclusi 4 nuove carceri. E, per il capitolo buone notizie, sottolinea che comunque la durata dei processi si sta progressivamente riducendo.Per tutta risposta, la Lega spara a zero sulle carceri e boccia il decreto per alleggerire la popolazione carceraria, in discussione alla Camera. Il caso del giorno è quello del ghanese Adam Kabobo che a Milano uccise a picconate tre passanti e ora potrebbe lasciare la cella per l’ospedale psichiatrico giudiziario: i deputati leghisti hanno esposto cartelli «Kabobo in galera a vita» poco dopo la relazione del ministro. E il ministro evoca l’indulto e i provvedimenti di clemenza come misure che «certamente ci consentirebbero di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d’Europa».
ImmigrazioneL’aula del Senato ha approvato la proposta di mediazione messa a punto dal governo sul reato di immigrazione clandestina. «Da un lato il reato viene abrogato – ha spiegato  il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri – dall’altro viene trasformato in illecito amministrativo. Ciò significa che chi per la prima volta entra clandestinamente nel nostro Paese non verrà sottoposto a procedimento penale, ma verrà espulso. Ma, se rientrasse, a quel punto commetterebbe reato».
(Metro)

21 Gennaio 2014
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