Roma
10:17 am, 15 Dicembre 20 calendario

Le mille trasformazioni nella “Guida inutile di Roma”

Di: Redazione Metronews
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L’originalità è già nel titolo, “Guida inutile di Roma”, del volume scritto da Stefano Caviglia (editore Intra Moenia, euro 18,90): più che una guida propriamente detta è una lunga passeggiata nella storia di luoghi che non esistono più. Spazzati via o resi irriconoscibili dalla gigantesca trasformazione della Città eterna iniziata giusto 150 anni fa con la breccia di Porta Pia.  Non per niente la prima sensazione che si ricava dal libro, anche solo sfogliandolo, è la sorpresa. Non solo per il testo, che propone storie e spiegazioni in quantità, ma anche e soprattutto per le foto d’epoca (una settantina in tutto) che ritraggono zone fra le più conosciute e frequentate di Roma in una forma completamente diversa da quella cui siamo abituati. In diversi casi il racconto non può evitare di spingersi molto indietro nel tempo, facendo riferimento alla condizione della città durante l’Impero romano, il medioevo o il Rinascimento. Ma l’attenzione è concentrata soprattutto sul periodo successivo al 1870, quando i governanti del Regno d’Italia impressero alla nuova capitale trasformazioni tali da far impallidire quelle dei secoli precedenti. Si va dai rioni Esquilino e Ludovisi, dove ville maestose sono state sostituite da villini e palazzine, allo sfondamento di piazza Colonna lungo il Corso, dallo sventramento del vecchio ghetto all’innalzamento degli argini del Tevere. Passando per le demolizioni di via dell’Impero e della via Mare e senza dimenticare la distruzione della Spina dei Borghi per far posto a via della Conciliazione. 
Questi cambiamenti oggi quasi dimenticati ci fanno sentire di fronte a una città diversa da quella che conosciamo. Così, i destinatari dell’insolita guida di Caviglia potrebbero risultare, prima ancora dei turisti, i romani. Chi, abituato alla forma attuale di piazza Venezia, non resterebbe colpito vendendo la foto del camminamento sopraelevato su archi di travertino che la univa al Campidoglio? E quella della cupola di San Pietro, inquadrata dall’alto, svettante su una fila di tetti in posizione tale da oscurare completamente la piazza di fronte? Sono solo due esempi, utili a ricordarci che Roma, a saperla guardare, non finisce mai di stupire.
 
 

15 Dicembre 2020
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