Maurizio Guandalini
6:39 am, 14 Luglio 17 calendario

C’era una volta il (Far) West

Di: Redazione Metronews
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L’OPINIONE Mai così tanti incendi dolosi come nel 2017. Ovunque. Di più in Sicilia, Lazio, Campania e Calabria. I piromani che appiccano i fuochi lo fanno per disattenzione, incuria, vandalismo, interessi criminali e malattia mentale. Molti gli arrestati. Poi il processo. E le condanne. Pesanti: 7, 10, 15 anni. Dipende se l’incendio è doloso o colposo. Ma, in cella, grazie al taglio di pena, allungamento dei termini, condoni vari, ce ne stanno pochi. Solo 17, quelli per incendio boschivo. 
Gira e rigira si ritorna lì. Alla certezza della pena. E al controllo del territorio,  sottratto alle forze di polizia e  scivolato nelle mani della criminalità. A Milano, le famiglie della ‘ndrangheta presidiano intere palazzine popolari dell’Aler a Bruzzano. La Regione Lombardia che fa? Prevale la legge dei boss. Una tendenza diffusa, nel Paese, dopo il deciso rafforzamento di mafia e camorra – come si spiegano le intimidazioni delle teste mozzate degli uccelli, davanti all’ingresso dell’Istituto Falcone, allo Zen di Palermo? – che hanno introiettato un ricambio generazionale nei posti di comando. Da Nord a Sud. Appunto. Nei business che contano. Dall’edilizia alla droga. E pure negli incendi. Per lo scrittore Roberto Saviano, le organizzazioni delinquenziali accendono i fuochi sul Vesuvio per rendere i terreni discariche abusive o per bloccare le concessioni edilizie. 
Dopo le leggi fatte dalla politica, servono mezzi, forze di polizia, pene dure. Che ci stanno. Da espiare, però, sino alla fine. E’, di ieri, la notizia del rom, che ha ucciso con un suv il vigile urbano Savarino,  uscito dal carcere, per buona condotta. Dopo 5 anni. Rispetto i 15 della condanna definitiva. E  casi come questo si moltiplicano. A vista d’occhio. Oltre a episodi, inspiegabili, che rendono insicura la vita quotidiana. Privandola di riferimenti certi a cui aggrapparsi. Come la difesa della casa, il bene primario delle famiglie. A Bressanone, in Alto Adige, il proprietario di una villa ha affittato, su invito degli uffici sociali del Comune, parte dell’abitazione a una famiglia di serbi. Ritornato dall’ospedale, per una operazione, il possidente si ritrova la casa occupata. E le stanze svuotate dai suoi mobili. Ha fatto denuncia alla procura. Che ha proceduto ad archiviare. Mentre nel frattempo la casa rimane territorio invalicabile, nessun affitto pagato e il detentore dell’immobile è dovuto scappare a gambe levate dal paese per paura di ritorsioni. C’era una volta il West: possibile leggere bollettini del genere che sembrano usciti da una sceneggiatura di un film di Sergio Leone?
MAURIZIO GUANDALINI
Economista e giornalista – Fondazione Istud

14 Luglio 2017
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