economia
12:58 pm, 11 Gennaio 17 calendario

La catena di montaggio

Di: Redazione Metronews
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La risposta al caos ospedaliero terra-a-terra di Nola èun’idea. Semplice. Ma rivoluzionaria. Idea del professor Umberto Veronesi quando è stato, per poco, ministro della Salute:  potenziare gli ospedali piccoli, prevedendo una stanza per ogni paziente e aumentare i posti letto. Forse, Nola, 100 disponibilità per un bacino di 500 mila utenti, non sarebbe rimbalzata alla cronaca di questi giorni.
Degrado a parte, è il moloch della Sanità che fa acqua e, alcuni, che ci lavorano dentro, non fanno la loro parte. Gli ospedali non sono più luogo di cura ma sala operatoria a catena di montaggio perché l’obiettivo, dei vari algoritmi, è di sfruttare al massimo le strutture traendo profitto. Tutta questione di bilanci, manager, break point, premi. Il pronto soccorso è il luogo di maggior spreco. Basta sentire un dolore o tenere la febbre un po’ alta e via, si corre al  vicino nosocomio. Di per sé la reazione è legittima perché non si può contare sul medico di famiglia. Il dottore, di base, è solo l’ufficio delle ricette e delle impegnative per fare esami; lontano è il ricordo di quando si presentava a casa appena il termometro saliva. Meglio prescrivere lastre e visite e non rischiare oltre.
Non c’è l’esame esaustivo,
ma sempre un altro pronto da fare
C’è qualcosa che si è incriccato nella  dottrina medica. Possibile questo continuo rimando ad altri esami? Non c’è mai fine. Non c’è l’esame esaustivo ma sempre un altro pronto da fare. E’ questione di sostenibilità dell’efficacia medica, dei protocolli da seguire?  Anche qui, capiamo che c’è da abbeverare la bestia, però, cari medici, ci avete sempre spiegato che la tecnologia dei macchinari, più avanzati, aiuta a capire immediatamente dove sta il problema. A un amico urologo, di età avanzata, ho chiesto perché nel suo ambulatorio non aveva  l’ecografo, soprattutto per visitare i pazienti operati: la risposta secca è stata l’esperienza, i tanti anni di sala operatoria, il semplice tocco tattile per capire e poi fare la diagnosi. Questo è il valore aggiunto della medicina, passata, presente e futura. Esami su esami, visite su visite è only business. E’ l’estratto di  una situazione che per me è inspiegabile: dottori che operano (e visitano) nella struttura pubblica ma soprattutto hanno il grosso del conquibus con i ricevimenti nei poliambulatori privati cresciuti come funghi, ovunque. Lo stesso medico te lo ritrovi in tre o quattro strutture nel raggio di qualche chilometro. Una filiera oliata: ad esempio per il paziente che va a pagamento scatta l’aiutino per saltare la lista d’attesa nel caso di ricovero.
MAURIZIO GUANDALINI

11 Gennaio 2017
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