Il circo del terremoto
Uno dei tanti talk del mattino dal tema amletico. «Sfollati: partire o rimanere?». Ci sono scosse continue, paesi distrutti, la paura: c’è da aprire il dibattito con il geologo, lo psicologo e tutto il cucuzzaro? Come volete che rispondano gli esperti? Non sanno che dire. Gli abitanti di quei posti se ne devono andare al più presto. Mi chiedo, i mass media, tutti, giornali e tv, non possono fare un passo oltre per educare, per far crescere il sentiment di una popolazione, far la cronaca delle scelte migliori da fare? Capisco la polemica che foraggia, e rende, alla grande l’all news giornaliera e le pagine e pagine da riempire, ma questo è il momento che i mass media prendano una posizione aiutando quella gente terremotata a fare le cose buone e giuste. Non basta registrare ogni ora che tizio non ha la casa, che caio ha perso tutto, che gina vuole rimanere e zoraide non si schioda, interviste su interviste (ad uno sfollato, disperato la giornalista gli mette il microfono sotto la bocca e in modo ossessivo gli ripete: lei se ne vuole andare? Lei se ne vuole andare?), immagini musicate delle rovine, tutto questo patchwork alimenta solo caos e confusione, fomenta e aizza rivendicazioni, tanto ci sono i mass media a far da cassa di risonanza, ad esempio quel «vogliamo le tende», che impediscono un rapido percorso a soluzione dei tanti problemi di quei paesi.
In un altro talk del mattino, sempre sulla stessa rete, c’era un sondaggista mass mediologo che raccontava una realtà non vera. Cioè che i comuni sono legati dai patti di stabilità e quindi non possono far nulla per sistemare gli edifici pericolanti: falso. Il Governo in carica ha rotto il patto di stabilità per quegli interventi urgenti di manutenzione nei vari comuni. Non sazio, il mass mediologo, chiedeva aiuto alla Merkel, ai tedeschi se ci possono concedere i denari per ricostruire i paesi colpiti dal terremoto dimenticando che nella legge di stabilità corrente, e nelle leggi di stabilità future sono già stati inseriti 9-10 miliardi di euro, fuori dal patto di stabilità, per sistemare il centro Italia. L’informazione, in occasione di questi eventi catastrofici, è border line, quasi solo sensazionalismo melodrammatico-compassionevole polemista a ciclo continuo ma a tempo (perché gli inviati leveranno le tende per tornare alla base) con la creazione, dall’anonimato, di veri e propri personaggi, dal Sindaco onnipresente di Amatrice, con felpa, al vice sindaco di Norcia, poveri noi, nei secoli fedele al Boia chi Molla, con la giornalista in studio che lo lodava per il suo parlar chiaro.
MAURIZIO GUANDALINI
Economista e giornalista
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