L'opinione
8:19 pm, 25 Settembre 16 calendario

Meglio un cane o un uomo?

Di: Redazione Metronews
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L’amico e collega Maurizio Baruffaldi scriveva giorni fa su Metro che “la compagnia di un animale – e di un cane su tutti – per me è impagabile. Ma la distinzione con i sentimenti verso gli umani va fatta”. Sacrosanto. Una distinzione va assolutamente fatta.
Cominciamo subito col distinguere dai cani quei signori che i cani li abbandonano e li lasciano crepare di fame e di sete (quando va bene perché altrimenti scelgono di tenerli  legati a una catena di qualche centimentro o, meglio ancora, decidono di usarli per farli partecipare ai combattimenti e mentre loro – i cani – schiattano, i signori padroni ci guadagnano pure qualche soldo). 
Proseguiamo poi distinguendo la compagnia di un animale con quella di uno stalker o di un cyberbullo per arrivare alla necessaria distinzione tra un quattro zampe e uno stupratore. Così, tanto per dire.
Una distinzione va fatta. Sicuramente.  Ma non mi è poi tanto chiaro a chi giova questa distinzione. Perché non mi risulta che alcuni comportamenti prettamente “umani” esistano fra i cosiddetti “animali”. 
Forse sbaglio ma non ho ancora mai sentito parlare di un gatto – se parlo solo di cani, magari potrei passare per razzista, lungi da me – che posta sul web video porno della sua padroncina per diffonderli urbi et orbi manco si trattasse di un evento papale. Non ho ancora mai sentito parlare di un canarino che ossessiona la sua canarina dopo essere stato lasciato, o di una pecora che stupra il suo pastore (ecco, in questo caso, sì: ne ho sentito parlare, ma avveniva il contrario e non solo con la pecora). A qualcuno risulta forse che un coniglietto sbrani un bel galletto per mangiarselo? (State calmi, non ce l’ho con i carnivori e non sono vegana).
Ma forse sono un po’ ignorante, e allora chiedo a voi lumi. 
Sono perfettamente consapevole che  mi si ribadirà che prima di amare gli animali si devono amare le persone. Certo. Ma un sentimento non necessariamente  esclude l’altro, non pensate? A patto che quelle persone non si rivelino, a lungo andare, “animali” a due zampe.
PATRIZIA PERTUSO
Giornalista

25 Settembre 2016
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