Vittorio Pezzuto
9:53 pm, 6 Giugno 16 calendario

Un voto da esaminare? Quello svizzero

Di: Redazione Metronews
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Il voto più importante di questi giorni resta a mio giudizio quello svizzero. Gli elettori dei 26 Cantoni hanno infatti bocciato con uno straripante 77% il referendum che proponeva di elargire un reddito minimo garantito a tutti i cittadini elvetici. Questi valligiani son gente concreta, che bada giustamente ai propri interessi. Sanno bene come un reddito non possa prescindere dal lavoro e infatti si industriano ogni giorno per guadagnare sempre di più, orgogliosi del loro successo personale. Tant’è vero che agli autori di questa strampalata proposta hanno così replicato: «Ma siete matti?! I soldi mica nascono sotto le pietre. Come disse Margaret Thatcher, non esiste il denaro pubblico: esiste solo il denaro dei contribuenti. E noi non abbiamo nessuna intenzione di pagare nuove tasse per far fronte al costo di una mancia assistenziale mensile (fino alla tomba) di 2.250 euro per ciascun adulto e addirittura di 560 euro per ciascun minorenne. Che il governo continui a favorire – con poche leggi, chiare e semplici – la nascita e lo sviluppo delle imprese e delle libere professioni. Al resto pensiamo noi!»
Immaginiamo adesso cosa sarebbe successo in Italia. Questo referendum sarebbe stato vinto con almeno il 77% dei voti (e pochissimo avrebbero contato i No allibiti dei nostri connazionali all’estero, costretti a emigrare per veder finalmente riconosciuti i propri talenti). Già spremuti come olive e rassegnati al declino, i cittadini avrebbero barattato con entusiasmo il proprio mantenimento pubblico in cambio di nuove tasse e di nuovo debito pubblico. Tanto, a pagarne il conto, ci sarà sempre tempo: magari quello della prossima generazione. Alla testa del Comitato del SI, c’è da scommetterci, ci sarebbero stati innanzitutto i pentastellati e l’affermatissima avvocatessa Raggi. La stessa che in tv ha già esibito con sorrisino di sufficienza e orgoglio pauperistico un reddito annuale di 25mila euro lordi (“guadagnati” con la carica di consigliere al Comune di Roma). Mentre alla guida del NO si sarebbe probabilmente piazzato il premier Matteo Renzi. Il quale in questi due anni non ha però esitato a promettere – e qualche volta persino a elargire – bonus di denaro pubblico utili a puntellare il suo declinante consenso politico…
VIttorio Pezzuto
Giornalista

6 Giugno 2016
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