Vittorio Pezzuto
7:40 pm, 24 Maggio 16 calendario

Addio Pannella zio strambo e geniale

Di: Redazione Metronews
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L’OPINIONE Serve a poco indugiare sul dolore (quasi fisico) di tre generazioni di soldati nonviolenti, sognatori ma concreti che hanno avuto la fortuna di intrecciare la propria vita con quella di Marco Pannella. Più importante per molti sarà stato invece scoprire d’un botto – magari dopo aver guardato il lungo filmato sull’homepage di www.radioradicale.it – come nelle pagine più belle dell’album repubblicano compaia sempre in primo piano il ritratto di questo zio strambo e geniale, che menava scandalo inintegrabile, spiazzante nei suoi anticipi, che non voleva vincere ma convincere, indisposto a barattare le sue battaglie con una mera rendita elettorale. Non è vero che pensasse “Chi non è con me è contro di sé”. Semmai il contrario: chi non era con sé, con le proprie idee, era contro di lui. È stato un enzima acceleratore dell’intelligenza altrui. Con l’arma del dialogo ha fatto ragionare su questioni che ogni volta sembravano marginali, costringendo molti a impegnarsi, foss’anche sul fronte opposto al suo.
Marco non aveva bisogno di convertirsi. Era profondamente credente, ma in altro: nelle infinite possibilità della persona, nel compagnonnage scanzonato e amorevole, nel diritto alla vita e nella vita del diritto, nella tremenda responsabilità che ci viene affidata ogni giorno dall’essere liberi.
Educato dalla madre alla disciplina protestante, amico personale del Dalai Lama nonché fratello della comunità ebraica e dello Stato di Israele, ha predicato per tutta la vita una teoria della prassi cristiana in terra di controriforma cattolica. Ed è bello constatare come alla fine sia stata semmai la Chiesa di Francesco ad avvicinarsi a questo anticlericale che ha sempre provato a difenderla dalla simonia e dalla superbia.
È morto povero (un privilegio unico tra i politici), lasciandoci molto più ricchi: di leggi, di buona politica, di occasioni da cogliere. Era troppo impegnato a vivere per trovare anche il tempo di invecchiare. Amava ripetere: “Sono un uomo d’altri tempi, speriamo futuri”. Sono convinto che ci saranno. Tanto che al funerale mi aspettavo che s’alzasse per rimproverarci tutti: «Ahò, ma che state a fa’ impalati? Spes contra spem! Siate speranza, muovetevi! Che avere solo speranza, senza far nulla, non ce lo possiamo permettere!».
VITTORIO PEZZUTO
Giornalista, già segretario nazionale dei Club Pannella

24 Maggio 2016
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