Maurizio Zuccari
7:08 pm, 11 Aprile 16 calendario

Libia, bombe ed errori Obama fa come i Bush

Di: Redazione Metronews
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L’errore peggiore? La guerra in Libia. Se sbagliare e umano e perseverare è diabolico, ammettere lo sbaglio e perseverare cos’è? È la seconda volta in capo a un mese che Barack Obama confida ai media il suo cruccio maggiore negli otto anni di permanenza al numero 1.600 di Pennsylvania Avenue. Ed è ancora l’aver sbagliato le mosse sulla scacchiera della crisi libica. In un’intervista all’anchorman Bill O’Really, nel seguitissimo Fox news sunday dell’arcinemico Rupert Murdoch – fresco convolato a nozze con Jerry Hall alla bella età di 84 anni , – il presidente Usa lo ribadisce. Come già un mese fa dalle colonne dell’Atlantic, Obama rincara la dose: il mio errore più grosso è stato buttare giù dal cammello Gheddafi senza pensare al poi e scatenare così una guerra per bande che ha aperto le porte all’Isis in Libia. Un pasticcio brutto di sangue e fango, oltre che di petrolio, dove gli europei stanno di nuovo per infognarsi. Italia in primis, con il sovrapprezzo del caso Regeni sullo sfondo. E se nell’occasione obiettivo degli strali del presidente Usa erano proprio gli europei – il vanaglorioso Sarkozy e l’affarista Cameron – bollati d’essere free rider, opportunisti, per averlo spinto a sganciare le bombe sulla Libia, salvo poi defilarsi lasciando lui e il Paese nella peste, stavolta l’Obama pensiero è più criptico. Da un lato ammette l’errore, dall’altro rivendica l’intervento militare come la cosa giusta da fare. E plaude al ruolo svolto da Hillary Clinton, in pectore per prendere il suo posto, che la guerra di Libia spinse e volle al pari degli infidi alleati anglofrancesi. Più che un ripensamento una perseveranza, per il presidente nero volato alla Casa Bianca sulle ali della colomba della pace ma che ha inzeppato il suo mandato con una serie di guerre infinite degne dei Bush senior & junior suoi predecessori. E con risultati affatto positivi.
Nell’ordine, oltre l’affaire libico del 2011: il mancato ritiro dall’Afghanistan e il ritiro con ritorno in Iraq, vista l’impossibilità per i rispettivi eserciti di resistere. Le guerre combattute sul campo e via droni in Somalia, Yemen e Pakistan, e quella per interposto governo in Ucraina contro Putin. Unico focolaio di pace in tanti conflitti paradossalmente è la guerra in Siria, stoppata da Obama mentre già rullavano in pista i bombardieri a stelle e strisce, pronti a colpire Assad. Ma per quella c’è ancora tempo, assicurano i falchi del Pentagono che, fuori Barack, potranno contare su Hillary. Tutto, fuorché una colombella che tira la bomba e ci ripensa. 
MAURIZIO ZUCCARI
Giornalista e scrittore

11 Aprile 2016
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