Maurizio Guandalini
6:00 pm, 6 Aprile 16 calendario

Sblocchiamola questa Italia

Di: Redazione Metronews
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Negare che, in Italia, infrastrutture e grandi opere sono  bloccate da decenni è come abbaiare alla luna. Negare gli ostacoli, di ogni sorta, che si frappongono – in primis le varie magistrature ad iniziare dai Tar -, è come dire che esistono i marziani. Negare che comitati, comitatini vari, di paeselli, o gruppi di paeselli, bloccano la prima pietra è come dire che la criptonite cura il calo della vista. Certo, di mezzo ci devono stare i controlli, la trasparenza e tutto il sacrario liturgico noto ma, purtroppo, succede, a volte, che qualcosa non funziona: ma la soluzione non sta  nell’innescare  una disputa di carte – con i dati, dei vari enti, spesso in contraddizione tra loro  –  su carte, ricorsi su ricorsi, senza una fine certa.
Il premier Renzi, Tampa Rossa la stiracchia un po’ pro domo sua, ma non ha solo torti nel ricordare che l’Italia deve sbloccare le tante opere ferme da decenni.  Discutiamo un giorno sì, e l’altro pure, di crescita e investimenti. E’ un riempi bocca continuo sulle ricette da mettere in cantiere. Gira e rigira per far ripartire il motore, servono grandi opere e infrastrutture (l’effetto dell’allentamento del patto di stabilità sta aprendo migliaia di cantieri nei vari comuni italiani). Idem con patate per attirare i grandi investimenti stranieri. E non è che puoi rispondere sempre con la meraviglia o i complotti plutocratici, terzamondisti,  mamma aiuto gli americani, i petrolieri e le banche. Chi viene dall’estero, e punta soldi sull’Italia, esita nel fare il grande salto soprattutto per un motivo: la giustizia italiana. La lentezza burocratica della nostra giustizia. Quando Renzi richiama i magistrati a darsi una mossa, e non attendere otto anni per arrivare a sentenza, qualche ragione ce l’ha. E possiamo dirlo oggi che, Berlusconi, avversario storico delle toghe, al potere, non c’è più, e quindi siamo liberi dai fantasmi del ‘cavaliere mascarato’. E le lobby? L’accusa è: le scelte politiche le fanno le lobby. Oilà che scoperta. Funziona così in tutto il mondo. Solo in Italia chi dice lobby (ancora non regolamentate) dice danno paragonandole a delle sette segrete e incappucciate. Ma la riposta alle lobby non può essere una classe dirigente impacciata, solo intenta a coltivare pericoli e paura. Questa è l’immacolata idea di un mondo che  non va avanti, che rimane fermo: meglio non decidere perché si incontra gente cattiva e poco raccomandabile. Con questo trantran stiamo ancora aspettando la fine della Salerno-Reggio Calabria e oggi non avremmo l’Alta Velocità perché tagliava le montagne e rovinava i paesaggi. 
MAURIZIO GUANDALINI, economista e giornalista

6 Aprile 2016
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