Maurizio Guandalini
7:00 pm, 7 Giugno 15 calendario

Quanto fa bene il lavoretto senza paga

Di: Redazione Metronews
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Il lavoro l’ho incontrato presto. Ero giovanissimo. Per poter scrivere, gratuitamente, su un giornale mi ero inventato un lavoretto estivo: raccoglievo la pubblicità. Giravo in bicicletta, non in auto, perché minorenne. Finalmente disponevo del mio salvadanaio che, tout de suite, investii  nel  lavoro: prima una macchina da scrivere con i tasti, lettera 35, e successivamente una elettrica, con dischetti e video. Benedico quel tratto di strada.  Mi ha insegnato un mantra fatto in casa: anche quando sei arrivato (?!) capita di lavorare gratis. Per questo ho apprezzato le parole di Jovanotti. Lorenzo ha detto due cosette due sulla sua esperienza giovanile, di quanto è stato utile fare qualche lavoretto estivo, giusto per imparare a stare insieme agli altri, rendersi utile, socializzare. Non ha mai detto che è bello lavorare gratis ma che ‘la gratifica immediata è un errore’. I social, la vera pornografia senza limiti, l’ha massacrato con insulti di ogni genere: e  !
Molti giovani, maggioranza o minoranza, non so, delle superiori e dell’Università, hanno una idea di lavoro un po’ falsata. Dicono, pompati anche dalle famiglie, lavoriamo solo se pagati. Non hanno esperienza, non conoscono nulla, ma la domanda di rito è: quanto prendo? Senza conquibus non si muovono. La mia generazione aspettava con ansia l’estate perché si faceva qualche lavoretto,  per provare.  Come ‘paga’ c’era, quando tirava bene, la mancia. Sempre in natura: alimentari, bicicletta, scarpe da ginnastica. Dopo un mese, si imparava il ritmo del lavoro, capivi che c’erano da rispettare degli orari, che si doveva stare attenti alle scadenze e che c’era una gerarchia. Non dimentichiamo che, spesso, i giovani d’oggi non trovano lavoro perché presuntuosi. Di un presuntuoso che fa da contraltare alla, non pervenuta, sana ansia di scoprire cose nuove e fare esperienza. Recentemente il ministro del welfare Poletti ha auspicato che i giovani in estate si diano da fare con degli stage lavorativi. Apriti cielo: gli studenti si sono sentiti usurpati delle loro vacanze, tre mesi di fancazzismo autorizzato, con timbro del ministero. Meglio girovagare, da mattina a notte, per le strade, senza far nulla salvo esercitarsi allo schiamazzo continuo? In estate, come fanno tanti colleghi europei, per esempio i tedeschi, sarebbe cosa buona e giusta un mesetto di lavoro, gratis o con mancia, in qualche azienda, in fabbrica o in ufficio, così, per entrare nell’idea di come gira il mondo,  tenere i piedi ben saldi a terra e risparmiarsi brutte sorprese future.
MAURIZIO GIUANDALINI, economista e giornalista
 

7 Giugno 2015
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