Dal G8 ai black bloc la violenza non ha colore
Il G8 di Genova ha dimostrato che esistono frange di reparti di polizia occupate da esaltati. Releghiamo tra le macchiette tragiche chi difende uno solo dei partecipanti a quella spedizione punitiva, e veniamo alle conquiste dell’oggi. La polizia ha agito con il culo strettissimo, nessuna esaltazione, forse addirittura troppa rinuncia. Ma questa rinuncia ha quasi completamente isolato i BB nell’intera opinione pubblica. Quelli che vengono ormai definiti gli “idioti neri” hanno la stessa testa di quelle divise che hanno massacrato innocenti a riposo. Violenti a prescindere. Neri dentro, e non per caso. Odiano, a casaccio. E tutti quelli che si riempiono al bocca con la parola “fascista” per ogni minima cazzata che non si adegui alla loro politica, si asciughino la bava e aprano il cervello: il fascista si condensa in quelle azioni, squadriste e vili. Che ovviamente prendono dei Like, perché chiunque faccia casino, o dica porcate, prende dei Like. E spesso è il giovane un po’ pirla, incazzato contro un nemico enorme e indefinibile, e “spaccare” è il verbo che gli viene più naturale. A monte, invece, nella protesta sana e organica, ci sono ragioni da vendere. Peccato che poi senti un paio di esponenti del movimento NoExpo e ritrovi quel tono, linguaggio, retorica anni ‘70 alla quale sei diventato allergico. Sappiamo delle porcherie intrinseche di questo “liberismo”, che l’opera monumentale di un Expo esalta e condensa, anche noi siamo incazzati; ma non abbiamo altro verbo che quello di “costruire”. Il futuro è una scommessa plateale. E spietata.
MAURIZIO BARUFFALDI
giornalista
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