il giallo di caronia
6:35 pm, 26 Agosto 20 calendario

Lesioni da urto sul piccolo Gioele

Di: Redazione Metronews
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Il cadavere del piccolo Gioele Mondello “è abbastanza compromesso”. Il dato più evidente è che ci sono delle mortificazioni degli arti e quindi assenza di tessuti: è stato aggredito da macro fauna”. E’ emerso dall’autopsia eseguita stamane sui poveri resti del bimbo, al Policlinico di Messina. E si riapre la pista dell’incidente auto: Gioele potrebbe essere morto a causa di “lesioni da urto”. 
LESIONI DA URTO SUL CRANIO
L’ipotesi emerge dall’analisi degli esiti dell’ispezione del cranio del bimbo effettuata oggi nel Laboratorio di Genetica Forense del Gabinetto regionale di Polizia scientifica di Palermo, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura di Patti, alla presenza anche dei consulenti di parte. Lesioni che potrebbero essere dovute quindi all’incidente della Opel Corsa a bordo della quale il 3 agosto viaggiavano madre e figlio. Uno scenario che potrebbe essere compatibile anche con la testimonianza della coppia che ha visto Viviana Parisi tenere il bimbo in braccio, ancora vivo, perché Gioele potrebbe essere deceduto a causa di un ematoma interno, senza sanguinamenti ‘visibili’ dall’esterno.
LA DISPERAZIONE DI VIVIANA
Secondo questa ipotesi, la donna a quel punto, in preda alla disperazione e al senso di colpa, si sarebbe suicidata lanciandosi dal traliccio. Resta aperta l’opzione di una lesione da urto in una fase successiva, quando madre e figlio sono scesi dall’auto. In questo contesto, grande rilievo potrebbero averlo i riscontri sull’auto.
Al Policlinico di Messina l’esame autoptico, iniziato intorno alle 10.15, e terminato alle 14, poco meno di quattro ore dopo, è stato preceduto da una Tac servita a effettuare rilievi antropometrici per correlare il soggetto, età anagrafica, sesso, e quanto è utile per i rilievi antropologici e quindi l’identificazione; rilevata la presenza di pietrisco che potrebbero essere utile per stabilire il luogo e il momento della morte. Il passo successivo è “valutare segni di lesività macroscopica su questi resti e infine determinare l’epoca della morte”. Per nulla facile, ha sottolineato Giuseppina Certo, medico legale della famiglia del bimbo. Il corpicino è stato individuato il 16 agosto, nella fitta boscaglia della collina di Caronia, a circa 200 metri dall’autostrada Messina Palermo, dove era sparito il 3 agosto, insieme alla mamma, Viviana Parisi, trovata cadavere cinque giorni dopo ai piedi di un traliccio.
CORPO AGGREDITO DAGLI ANIMALI
Allo stato, ha spiegato, “non è possibile ricavare elementi utili se non da tutti i fattori che potranno emergere dalle indagini specialistiche”. Di certo, ci sono lesioni da macro fauna. E ancora: “Deve essere tutto ricostituito singolarmente, mettendo insieme i vari tasselli. Oggi non si può mettere un punto fermo”. La consulente ha spiegato che non si può neanche dire dall’esame se il bambino sia morto “nel luogo in cui è stato ritrovato. Sono valutazioni che si fanno concatenando i vari risultati. E’ stato individuato del terriccio “che è stato prelevato e analizzato”.
“UN CASO DIFFICILISSIMO”
“Purtroppo ci sono dei fenomeni cadaverici e trasformativi molto importanti e questo rende impossibile alcune valutazioni macroscopiche che in altri casi sarebbero un riscontro oggettivo”, rileva il medico legale della procura, Daniela Sapienza. L’effetto della macrofauna e della microfauna “rende ovviamente difficile qualsiasi riscontro e valutazione. Abbiamo cominciato a fare degli esami su alcuni resti e dovremmo continuare affinché riusciamo a raccogliere qualsiasi elemento che abbia un riscontro di natura oggettiva che possa servire agli inquirenti”. Scoprire come Gioele sia morto “mi sembra una cosa in via aleatoria possibile, dobbiamo vedere gli elementi che il corpo ci fornisce e valuteremo”.
    Insomma, si tratta di “un caso difficilissimo, perché c’è un clima e un ambiente particolare, anche se qualche elemento informativo è stato estratto”. 
Ci sono “segni di giacitura del corpo, il terreno non è compromesso ma è un ambiente su cui sono passate delle persone”, sottolinea Stefano Vanin, entomologo e consulente nominato dalla procura. “Abbiamo una serie di quesiti a cui rispondere – dice ancora – abbiamo chiesto 90 giorni e faremo l’impossibile per starci nei tempi”. Come nel caso della madre, “è tutto da analizzare in laboratorio. Capisco il bisogno di risposte, ma vi dico anche che c’è un milione di insetti finché non li analizzeremo in laboratorio non si potrà dire molto”. In questo momento “non è possibile capire se il bambino sia morto vicino alla madre Viviana”, ma sono stati raccolti “un sacco di elementi sia per quanto riguarda la componente medica che veterinaria ed entomologica”.
NUOVE ANALISI SU RESTI E INDUMENTI
“Al termine di tutte le operazioni – afferma l’altro medico legale nominato dalla procura, Elvira Ventura Spagnolo, già incaricato dell’esame autoptico su Viviana – avremo un quadro definitivo e completo; al momento si tratta di agire per singoli passaggi non tralasciando nulla ed evitando di perdere elementi che potrebbero essere utili”. Oggi si è proceduto “con gran parte delle attività che deve svolta sui resti del cadavere, è stata fatta la Tac come prima indagine dopo di che abbiamo proceduto con la collaborazione dell’entomologo e dello zoologo forense alle varie attività di ispezione, analisi, prelievo di campioni che naturalmente richiederanno ulteriori approfondimenti”. I passaggi successivi saranno “ulteriori analisi sia sugli indumenti sia sui resti. È importante agire nel miglior modo possibile e non tralasciare nulla di ciò che il cadavere può fornire”.     
LA FAMIGLIA, RITARDI ED ERRORI FATALI
L’avvocato della famiglia di Gioele, Claudio Mondello, esprime dei dubbi sui risultati: “E’ passato troppo tempo e sono intervenuti elementi esogeni per cui non credo che ci daranno delle risposte certe. Forse si potranno ventilare una pluralità di ipotesi alternative, ma l’elemento che mi interessa, cioè la certezza assoluta senza dubbio alcuno, dubito che si possa raggiungere sulla scorta degli elementi di cui disponiamo oggi”. Così punta il dito ancora contro i metodi di ricerche: “Quando ci hanno detto che utilizzavano i droni non abbiamo pensato che utilizzavano le immagini dopo due settimane, ma in tempo reale e che stavano operando una ricerca attiva”. Quei droni avevano ‘catturato’ le immagini del cadavere di Viviana Parisi già il 4 agosto, il giorno dopo la scomparsa. La donna è stata trovata invece l’8.

26 Agosto 2020
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