Pompei
1:28 pm, 18 Febbraio 20 calendario

Le domus riaprono dopo 40 anni di restauri

Di: Redazione Metronews
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Chiuse da quasi quarant’anni, messe a serio rischio dal terremoto del 1980, riaprono dopo un imponente lavoro di restauro per restituire un altro spaccato di storia, di vita e di bellezza. Tre domus di Pompei da oggi sono riaperte al pubblico e rappresentano un altro passo verso la conclusione del Grande Progetto Pompei, che negli ultimi 5 anni ha permesso di riportare nella fruizione dei visitatori della città antica molti spazi del parco archeologico chiusi perché a rischio e di scoprire nuovi tesori. Anche il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha voluto visitare luoghi fino a questo momento accessibili sono a operai, archeologi e restauratori.  La Casa degli Amanti è una delle tre domus, e sarà possibile ammirare il secondo piano del peristilio, al quale si poteva accedere sinora solo da una scala nel portico settentrionale; quel giardino colonnato impressionò negli anni ’30 l’architetto Le Corbusier (al secolo Charles-Édouard Jeanneret-Gris) per una soluzione architettonica che ancora oggi rappresenta un unicum per Pompei, il peristilio a doppio ordine. I lavori di messa in sicurezza nella domus hanno riguardato anche il consolidamento della copertura e dei solai. Nell’atrio sono state ripristinate le coperture e sono stati rinvenuti oggetti, come un braciere, una lucerna in bronzo e delle cerniere in osso, che andranno a far parte del progetto di musealizzazione diffusa, con l’esposizione in una vetrina nella casa stessa. “Pompei è un’operazione che non finirà mai – sottolinea Franceschini – non c’è un giorno per concludere i lavori, perché una città di oltre 60 ettera richiederà sempre risorse, personale e manutenzione continua. E chissà quante altre sorprese ci riserva. Dobbiamo continuare con la ricerca e con la formazione”.
Casa del Frutteto. Proprio un lavoro imponente di ricerca ha riguardato la Casa del Frutteto, la seconda domus restituita oggi ai visitatori. Da un lato il restauro degli apparati decorativi, oltre alla messa in sicurezza, dall’altro il lavoro per riportare all’antico splendore il giardino che oggi dispone di una illuminazione compatibile con gli splendidi affreschi di piante da frutto e ornamentali, di uccelli svolazzanti e del grande fico con il serpente. Le luci al led non soltanto rispettano l’esigenza di contenere i consumi energetici e le emissioni, ma soprattutto non danneggeranno gli affreschi. L’ultima domus è la Casa della Nave Europa, che prende il nome dal grande graffito inciso sulla parte Nord del peristilio, una grande nave da carico chiamata Europa. Le colonne in tufo del peristilio testimoniano le fasi edilizie più antiche. La domus probabilmente ospitava un’attività produttiva di tipo agricolo e presenta infatti un ampio spazio verde sul settore posteriore. “E’ bello che riapra nel momento in cui si parla molto di problemi del Mediterraneo. Questa Casa, con la sua nave graffita, mostra una storia di connessioni che Pompei, con i suoi commerciava proprio nel Mediterraneo”, sottolinea il direttore del parco archologico, Massimo Osanna.

18 Febbraio 2020
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