Roma
6:00 am, 11 Febbraio 20 calendario

“Che non si tiri la neve” il Bando di 300 anni fa

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Per ovviare alle risse e mali che possono succedere dal tirare la neve, l’Eminentissimo e Reverendissimo Cardinale Bernardino Scotti, Pro Governatore di Roma e Vice-Camerlengo, d’ordine anche della Santità di Nostro Signore datogli a bocca, proibisce ed espressamente vieta ad ogni e qualunque persona anche ecclesiastica il tirare la neve». È perentorio il Bando diramato l’11 febbraio del 1717 per tentare di placare la foga mostrata dai romani nelle battaglie a pallate. Fa impressione rileggerlo oggi, trecento anni dopo, quando un’ondata di gelo potrebbe riportare i fiocchi bianchi sulla Città Eterna, come sperano gli oltre 26 mila sostenitori del gruppo Facebook “Per tutti quelli che vogliono la neve a Roma”.
Le autorità corrono ai ripari
Ma torniamo indietro nel tempo. L’inverno 1715-1716 aveva visto abbondanti nevicate in città, ed evidentemente l’occasione era stata sfruttata per gesti di violenza. Così nell’inverno successivo, quello tra il 1716 e il 1717, le autorità avevano pensato di correre ai ripari. Il Cardinale Scotti aveva diffuso il Bando dove si precisava che il tirare la neve era vietato «in qualsivoglia modo e forma, e sotto qualsiasi pretesto, anche per burlare e senza intenzione o animo di offendere o dannificare alcuno».
A pena della vita
I precedenti dovevano essere stati pesanti, con feriti e tramortiti, considerato che erano previste dure conseguenze per i trasgressori: pena di tre tratti di corda se il tiro di neve sarà senza offesa; galera per 5 anni se con offesa; 10 anni «se l’offesa sarà con pericolo di vita o di cicatrice o di stroppio, anche se non ne segua la morte»; infine a pena della vita («ad arbitrio dell’Eminenza Sua») in caso di morte del malcapitato preso a pallate di neve. Nel caso gli autori dei lanci fossero stati donne, ragazzi e minori di 18 anni, erano previste «pene pecuniarie della carcere, della pubblica frusta, esilio e anche della vita, secondo le qualità di esse donne, ragazzi e minori». E per i romani poco avvezzi a rispettare le regole, il Bando avvertiva «ciascuno ad obbedire, perchè si procederà all’esecuzione delle pene irremisibilmente».
LORENZO GRASSI

11 Febbraio 2020
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