Maurizio Guandalini
5:28 am, 10 Dicembre 19 calendario

I terremoti, le paure e le messe cantate

Di: Redazione Metronews
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Ieri mattina, alle 4 e 30, in coincidenza con la scossa di terremoto al Mugello, leggevo in rassegna stampa l’avvertimento del vulcanologo Mario Mattia, sull’arrivo del Big One in Sicilia. Siracusa, Ragusa, Catania. Un fenomeno distruttivo e devastante. Capace di seminare distruzione e morte. Concatenato a cataclismi precedenti. Di centinaia d’anni fa. In una zona notoriamente sismica. Teniamocela a mente l’espressione zona notoriamente sismica. Perché è lo stesso di quello successo l’altra notte in Toscana. Nel 1919 scossa del 6,5. 100 morti. Siamo ubriachi delle messe cantate che dobbiamo propinarvi. Il Global Climate Risk Index colloca l’Italia al sesto posto al mondo per vittime, negli ultimi 20 anni, causate dagli eventi estremi. Abbiamo negli occhi frane e inondazioni provocate dalle piogge. I cambiamenti climatici fanno la loro parte, ma i geologi ci ricordano che molto si poteva evitare. Con la prevenzione. Se i letti dei fiumi si pulivano. Se le case costruite dove non si poteva fossero state abbattute. Vale lo stesso per le abitazioni sulle pendici dell’Etna o sui Campi Flegrei, a ridosso del Vesuvio. Il sindaco di Sorbolo, alle prese con la piena del Po, ricordava che se – sempre questo complemento riflessivo che ci perseguita – avessero eretto un diga che regolava le piene non c’era alcun pericolo incombente.  Peccato che il piano ItaliaSicura è stato cancellato dal precedente Governo. E così i finanziamenti da 6 milioni per lo sbarramento. Continuiamo a cercarcele. Perché non è vero che bisogna prendere quello che arriva. Il fatalismo non ci appartiene. Destino? I terremoti non si sa quando arrivano. Però basterebbe  sottoscrivere un patto, chiaro, di amicizia lunga. Con gli italiani. Maggiormente esposti alle calamità. Mettendo in sicurezza gli edifici. A partire dalle scuole. Poi ospedali e case private.  Un obbligo. Impossibile cavarsela con vaghi inviti ad assicurare qua e là. Così non ci si sposta un millimetro dal baratro. Mentre al Mugello si contano gli sfollati e i danni.
MAURIZIO GUANDALINI

10 Dicembre 2019
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