made in italy
6:00 am, 19 Novembre 19 calendario

L’Italia “luxury” vale quasi 90 miliardi

Di: Redazione Metronews
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Le eccellenze del made in Italy (il bello e ben fatto) valgono 86 miliardi di euro di export nel mondo, rappresentano il 15,6% delle esportazioni complessive dell’Italia e sono trasversali a tutti i principali comparti. Lo dce il rapporto realizzato dal Centro Studi di Confindustria con il sostegno di Sace Simest, la collaborazione con la Fondazione Manlio Masi e il contributo di Confindustria Ceramica, Cosmetica Italia, Federalimentare e Ucina. 
L’Italia del BBF avanti nel mondo
La ricerca quest’anno si focalizza su “Il potenziale dei beni finali di consumo belli e ben fatti sui mercati esteri” con l’obiettivo di fornire un quadro delle aree geografiche, i settori su cui puntare e il tipo di concorrenza con cui è necessario misurarsi. I prodotti belli e ben fatti (BBF) sono tutti quei beni finali di consumo che l’Italia esporta a prezzi elevati e che si contraddistinguono per design, cura, qualità dei materiali e delle lavorazioni, contribuendo a diffondere nel mondo l’immagine dell’Italian way of life.
Tutti i Paesi da tenere d’occhio
Lo studio stima per il BBF un ulteriore potenziale di export di quasi 45 miliardi di euro, di cui 33,5 verso i Paesi avanzati e 10,9 verso gli emergenti. I Paesi avanzati su cui puntare sono nell’ordine: Stati Uniti, Germania, Giappone, Regno Unito e Francia. Tra le economie emergenti i mercati principali risultano Cina, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Arabia Saudita  e Russia.
I settori su cui puntare dalla nautica alle moto
Per quanto riguarda i settori, oltre a quelli che rientrano nelle cosiddette “tre F” di fashion, food, furniture, i comparti a più alto contenuto di prodotti di qualità ed eccellenze spaziano su un’ampia gamma che va dalla cosmetica alla ceramica, dalla nautica ai motocicli. Tutti settori che sono stati tra i più dinamici dopo la crisi del 2008. L’Italia, inoltre, è prima al mondo per quote di BBF in legno e arredo, pelletteria, calzature, tessile e abbigliamento. Ma le crescenti spinte protezionistiche rischiano di danneggiare molti comparti del made in Italy. E-commerce  e lotta alla contraffazione le vie da seguire con costanza.

19 Novembre 2019
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