Usa
9:47 pm, 16 Ottobre 19 calendario

Mattarella da Trump Tensione sui dazi

Di: Redazione Metronews
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Un rapporto di “amicizia solida”, tra due alleati i cui rapporti “non sono mai stati così buoni”. Ma, nonostante il quadro di collaborazione e storica alleanza, le differenze ci sono e il delicato colloquio tra Sergio Mattarella e Donald Trump non è bastato a cucire tutti gli strappi, piccoli o grandi, di questi ultimi mesi, a cominciare dai dazi che entreranno in vigore da dopodomani. E anche sull’attacco turco al nord della Siria e sulla contribuzione dell’Italia alla Nato si sono registrate linee ben distinte. Mentre sul 5g sembra che le preoccupazioni espresse a marzo dagli Stati Uniti, quando l’Italia apri’ alla Via della seta e quindi agli operatori cinesi del 5G, Trump si è detto soddisfatto delle rassicurazioni italiane e della legislazione messa in campo per “garantire la sicurezza”.  La visita del Capo dello Stato italiano allo storico alleato in teoria è un passaggio scontato di ogni presidenza, ma l’esuberanza di Trump, amplificata dagli attacchi subiti in queste ore per l’Ucrainagate, il caso Barr e lo scontro commerciale tra Ue e Usa hanno contribuito a rendere denso e a tratti teso il colloquio tra i due. Anche il cerimoniale, solitamente ingessato, è stato forzato dal presidente Usa che ha trasformato i cinque tradizionali minuti di stretta di mano e scambio di cortesie nello Studio ovale in un vero e proprio one man show di oltre mezz’ora. Con lunghi preamboli sulla scelta di non intervenire tra Turchia e Siria, con la affermazione che i curdi “non sono angeli” e che gli Usa non sono più i poliziotti del mondo; poi con lunghissime risposte alle domande dei giornalisti. 
All’ennesima lunga spiegazione sui dazi da parte dell’ospite, Mattarella ha stoppato con la mano la nuova domanda di una giornalista al presidente americano e, seppure con garbo, ha voluto dire la sua. Meglio cercare un “confronto collaborativo” piuttosto che avviare una spirale di “provvedimenti ritorsivi” ha detto il Capo dello Stato. Che ha ricordato come i dazi siano frutto di una decisione del Wto sui finanziamenti europei ad Airbus ma tra sei mesi lo stesso Wto si pronuncera’ quasi certamente in modo analogo sui finanziamenti americani a Boeing: il rischio è che allora sarà comunque necessario trovare “un punto di incontro, tanto vale cercare di trovarlo subito”. Insomma “le tensioni commerciali non giovano a nessuno, una reciproca imposizione di dazi tra paesi europei e Usa e’ dannosa per entrambi i fronti”.  Ma Trump, che pure ha assicurato di voler “valutare le rimostranze” italiane indicando in Francia e Germania i principali colpevoli della escalation commerciale, non ha fatto alcuna marcia indietro. Ha proseguito nel rivendicare di essere “l’unico presidente” che è stato in grado di chiedere un risarcimento di 7,5 miliardi di dollari per il caso Airbus, ha detto che il caso Boeing “è diverso” e che intanto i dazi partiranno. Unico spiraglio lasciato aperto, oltre alle dichiarazioni di stima verso Mattarella e alla garanzia che valutera’ le sue richieste, la speranza dichiarata da Trump che la nuova guida europea sia meno severa contro gli Usa rispetto a quella di Jean-Claude Juncker.    Il sereno e’ invece tornato sul 5G, tema caro oltreoceano, tanto che Trump ha espresso il suo “plauso” per la legislazione italiana e Mattarella ha spiegato che “l’Italia e’ molto attenta alle esigenze di sicurezza nazionale”, vuole mantenere rapporti con la Cina ma con condizioni di parità e di rispetto della proprietà intellettuale.     E se anche sugli F35 non sembra esserci nessuna divergenza, sul tema della Nato gli Usa continuano a chiedere al nostro Paese di aumentare il contributo. Ma il Capo dello Stato ha respinto l’ennesima richiesta ricordando che siamo il quinto contributore in termini finanziari e il secondo in termini di uomini e mezzi.     Anche sull’attacco turco, le divergenze sono state evidenti anche alla conferenza stampa a cui ha assistito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in prima fila. Se per Trump Siria e Turchia “sono millenni che si fanno la guerra, se la devono risolvere da soli”, per Mattarella l’attacco è stato “un errore” che l’Italia “condanna” e che rischia di rivitalizzare l’Isis.     Infine il caso delle missioni di Barr in Italia ha fatto irruzione nella visita di Mattarella, anche se solo attraverso le domande giunte a Trump in conferenza stampa. Per il presidente Usa il comportamento del ministro della Giustizia Usa e’ assolutamente legittimo. A pochi giorni dall’audizione del premier Giuseppe Conte al Copasir, Trump ha annunciato che “presto verrà pubblicato un rapporto” ma “non sono a conoscenza” dei dettagli degli incontri italiani dell’ex tycoon.
Agi

16 Ottobre 2019
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