Pulcinella, la principessa e lo spread
I due amici, pensionati da un pezzo, si erano divisi come sempre il giornale e lo commentavano davanti alle tazzine di caffè ormai vuote: erano il loro passaporto per potersi sedere al tavolino del bar e leggere il giornale a scrocco.
– Mi pare la stessa storia di Pulcinella e della principessa! – fece Gennaro, che da bravo partenopeo mai naturalizzato romano, riusciva a fare entrare Napoli in qualsiasi discorso. – Dichiarava che era “mezzo fidanzato” con la principessa perchè lui voleva lei, ma lei non voleva lui.
– Mi fai pensare a uno che voleva comprare la mia macchina dicendo che “lui alla banca aveva già chiesto il finanziamento”, ma intanto quella si rifiutava di darglielo a un interesse accettabile perché era troppo indebitato. Ma a chi ti riferisci, in particolare?
– Al governo, che sta facendo come quello che voleva l’auto. Dice che vuole spendere i soldi che si fa prestare sul mercato dei titoli di stato come gli pare. Però chi glieli presta dice “col cavolo che con i debiti che hai ti dò i soldi a interessi bassi”. E lo spread aumenta.
– Però non ho capito c’entrano Pulcinella e la principessa.
– Come non hai capito? Come Pulcinella, abbiamo deciso di farci prestare i soldi a basso interesse e di spenderli come vogliamo, ma il mercato non è d’accordo.
– Certo che questo mercato è un poco str…
– Ma tu hai la liquidazione sempre in Btp?
– Ma scherzi? Non sono mica scemo. Li ho venduti. Ci ho perso un po’, ma l’Italia ha un debito troppo alto, penso all’Argentina… lo so che è esagerato, ma voglio dormire tranquillo.
– Ma se li hai venduti perdendoci, a chi li ha comprati a un prezzo basso rendono di più, giusto?
– Certo.
– E quindi vendendoli a prezzo più basso “per stare tranquillo” hai fatto aumentare i rendimenti.
– Giusto.
– Cioè lo spread. Io ho fatto pure la stessa cosa. E quindi?
– Il mercato siamo noi, ho capito. Mi correggo. Il mercato non è str…
CARLO BARBIERI
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