Scorsese su Netflix racconta Bob Dylan
ROMA Oltre ogni documentario, ogni convenzione di genere, ogni prevedibilità. Perché se un regista come Martin Scorsese decide di raccontare Bob Dylan lo fa a modo suo, cavalcando le inquietudine del personaggio, evocando fantasmi, inseguendo nostalgie, giovani star, maghi, combattenti rock, testimoni di ogni tipo alla faccia di ogni convenzione.
Lo fa mixando materiale video abbandonato per decenni e ora restaurato, trascinando gli spettatori in quella scommessa musicale.
Arriva così “Rolling Thunder Revue: Martin Scorsese racconta Bob Dylan”, dal mercoledì su Netflix (dopo esser passato al Biografilm Festival di Bologna), in cui al fianco di Dylan (di cui vedremo la prima intervista video dell’ultimo decennio) ci saranno Joan Baez, Rubin “Hurricane” Carter, Sam Shepard, Allen Ginsberg.
Sarà anche un viaggio negli anni ‘70 in un’America politicamente, economicamente e socialmente a pezzi.
Un viaggio su un autobus di musicisti che divora chilometri alla ricerca di nuove ispirazioni e nuovi orizzonti.
Il Rolling Thunder Revue è il tour che nacque da quei viaggi con un inedito Dylan: un uomo energico che vuole giocare e aprirsi a nuove esperienze musicali. Quello che Scorsese racconta, al di là del mito.
SILVIA DI PAOLA
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