Il lato oscuro dei cinesi sulla Luna
Grigio e pieno di buchi. È questo il lato oscuro della luna che le immagini della sonda Chang’e hanno rimandato a terra dopo le prime passeggiate del robot Yutu 2 sulla faccia nascosta del nostro satellite.
Non è in questo tetro groviera crivellato dai crateri dei corpi celesti che lo martellano la novità dell’impresa. Piuttosto, è nel fatto che chi s’affaccia per la prima volta sul lato B del pianeta, perennemente in ombra data la rotazione sincrona del satellite con l’asse terrestre, è l’homo sinensis.
La riconquista della luna è partita, e la Cina giocherà un ruolo di primo piano nella corsa allo spazio. Le tappe sono decise, e saranno brevi. Mentre ancora il robot semovente muove i primi passi nell’oscurità lunare, l’ente spaziale cinese prepara un secondo balzo da qui a un anno, contemporaneamente al varo d’una luna artificiale per illuminare a giorno un’intera città.
E mentre la Nasa promette di rimandare sulla luna gli astronauti per la seconda volta da qui a un decennio, la Cnsa, ovvero l’ente spaziale cinese, sta impiantando bachi da seta e altra robetta per vedere come se la cavano in atmosfera protetta. L’intento è di fornire i primi dati utili alla vita delle prossime colonie umane sulla luna, preparando il gran balzo verso Marte e oltre.
La rincorsa allo spazio, iniziata cinquant’anni fa con l’allunaggio ancora oggi messo in dubbio da complottisti e terrapiattisti, è ricominciata e il testimone non veste più a stelle e strisce ma porta il nome della divinità lunare cinese e del Coniglio di giada, il suo poetico animaletto da compagnia. La Cina del nuovo millennio non sarà solo una potenza terrestre ma lunare.
Una superpotenza spaziale.
MAURIZIO ZUCCARI
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