Maurizio Baruffaldi
5:02 am, 21 Novembre 18 calendario

Vi racconto l’eroina che ha cambiato faccia

Di: Redazione Metronews
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«L’eroina ha cambiato faccia, ma noi l’abbiamo cercata con il suo vecchio volto e non l’abbiamo vista». Parole di Salvatore Giancane, medico tossicologo dell’ambulatorio mobile dei SerT di Bologna. Qualche fatto, certificato da uno studio del Cnr. L’età media in cui i ragazzi provano per la prima volta l’eroina si è abbassata da 15 a 14 anni. Una vittima come Desiree, con i suoi 16 anni, era già una consumatrice veterana. C’è stato un aumento della produzione, quindi più facile da trovare e a prezzo crollato. Le dosi a 5 euro contengono poca eroina e parecchi oppiacei sintetici, che danno una velocità di dipendenza altissima. Questi adolescenti si comprano una dose con la paghetta. La stendono sulla stagnola, scaldano con l’accendino e aspirano il fumo che ne esce con una cannuccia improvvisata. Non viene più vista come la droga assoluta, drammaticamente mitologica con il suo ago nelle vene, ma come una delle tante, da trovare facile in piazza. Perché l’informazione sull’eroina non esiste. Facendo passare che tutte le droghe sono uguali e fanno male, si banalizza anche l’eroina. E il mostro se la ride.
Il consumo così speedy concede pure al giovane eroinomane di fare una vita apparentemente normale. Studia, lavora. E con quella sopporta i lavori deprimenti che trova. È integrato. Eppure perso. Chi ha un’età sufficiente, e l’esperienza di aver perso parecchi coetanei dietro la sirena  fatale, li riconosce dallo sguardo. Sfuggente. Negli anni ’80 l’eroina era padrona delle piazze, il mercato globale voleva così. E in coda a quello della polvere ci fu il boom dell’Aids. Vedevi l’amico che improvvisamente perdeva un dente, poi dieci chili, e camminava come un robot. Un’intera generazione ha fatto il suo Vietnam senza allontanarsi dalla zona. Eppure è stata una stagione rimossa dalla narrazione. E come ogni cosa rimossa, ritorna. I millenials avranno pure uno smartphone che vede tutto, ma non sanno nulla se non glielo raccontiamo.
MAURIZIO BARUFFALDI

21 Novembre 2018
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