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7:15 pm, 5 Ottobre 18 calendario

La Ue boccia il Def Juncker: “Situazione difficile”

Di: Redazione Metronews
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La lettera di risposta a Tria del vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, e del commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, è arrivata.  E non è buona. La Commissione europea ritiene che i nuovi obiettivi di bilancio fissati dalla nota di aggiornamento del Def costituiscano “a prima vista” una “deviazione significativa” dal percorso di aggiustamento raccomandato all’Italia e questo “è una fonte di grave preoccupazione”, scrivono  Dombrovskis e Moscovici, nella lettera di risposta al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, dopo la presentazione della nota di aggiornamento del Def.    Dombrovskis e Moscovici chiedono al governo di assicurare che il progetto di legge di bilancio, che dovrà essere presentato entro il 15 ottobre, sia “in conformità con le regole fiscali comuni”. 
Servono modifiche. Nella lettera a Tria, Dombrovskis e Moscovici ricordano che “la raccomandazione rivolta all’Italia” sulla base delle regole previste dal patto di Stabilità erano state convalidate unanimemente dal Consiglio europeo del 28 giugno del 2018 e adottate dall’Ecofin del 13 luglio 2018 “incluso dall’Italia”. Il riferimento è al fatto che il via libera alle raccomandazioni all’Italia è stato dato anche dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al vertice di fine giugno, e dallo stesso ministro dell’Economia, all’Ecofin del mese successivo. “Anche se in attesa del progetto di legge di bilancio, prendiamo nota delle intenzioni del governo nell’aggiornamento del Def di rivedere i suoi obiettivi di bilancio per il 2019-2020 (puntando a un deficit nominale rispettivamente del 2,4%, 2,1% e 1,8% di Pil) e di deviare dalla convergenza precedentemente annunciata verso l’obiettivo di medio termine (Mto) dell’Italia di un pareggio di bilancio in termini strutturali”, si legge nel testo della lettera.    Dombrovskis e Moscovici notano che “secondo le proiezioni dello stesso governo, i nuovi obiettivi corrisponderebbero a un deterioramento strutturale dello 0,8% di Pil nel 2019 e a un saldo strutturale stabile nel 2020-2021”. La Commissione, per contro, ricorda che lo sforzo raccomandato all’Italia è di assicurare che “il tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta non superi lo 0,1% nel 2019, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6% del Pil” per il prossimo anno. Secondo Dombrovskis e Moscovici, in questo contesto “gli obiettivi di bilancio rivisti dell’Italia appaiono a prima vista indicare una deviazione significativa dal percorso fiscale raccomandato dal Consiglio. Questo è quindi una fonte di grave preoccupazione”. In una richiesta implicita di modificare la manovra, la Commissione chiede dunque “alle autorità italiane di assicurare che il progetto di legge di bilancio sia in conformita’ con le regole fiscali comuni”. 
L’esame. La Commissione europea “rimane disponibile a un dialogo costruttivo” con il governo italiano sulla manovra e ricorda che la valutazione effettiva sulla sua conformita’ “inizierà una volta che il progetto di legge di bilancio sarà sottoposto alla Commissione, cosa che deve avvenire entro il 15 ottobre”.  Nella lettera di due pagine inviata al ministro del Tesoro, Dombrovskis e Moscovici aggiungono che “qualsiasi scambio formale nel contesto di questa procedura avverrà dopo quella data e nell’ambito delle scadenze fissate dalla legislazione Ue”. Una volta presentato il progetto di legge di stabilità entro il 15 ottobre, nel caso sospetti una deviazione significativa, la Commissione ha una settimana di tempo per chiedere informazioni al governo interessato. Dopo due settimane dal 15 ottobre, la Commissione può emettere un’opinione negativa e chiedere al governo una nuova versione del progetto di legge di bilancio, da presentare entro tre settimane. Un’opinione negativa rappresenterebbe di fatto una bocciatura, che non ha precedenti dall’introduzione delle nuove regole di governance della zona euro durante la crisi.
Palazzo Chigi. Tuttavia per il Governo non si tratta ancora di una bocciatura.  In merito alla lettera di risposta inviata al ministro Tria, fonti di Palazzo Chigi fanno presente infatti che non c’è stata alcuna bocciatura da parte dell’Ue, anche perché non è stata ancora avviata – né poteva essere – alcuna interlocuzione formale. La valutazione della Commissione Ue – sottolineano le stesse fonti – avverrà in base al documento “draft budgetary plan” che sarà inviato dal Governo italiano entro il 15 ottobre.    Dal canto suo il Governo rimane fortemente convinto della bontà delle misure che andranno a costituire la manovra economica. Altrettanto forte è la volontà ad avviare un dialogo costruttivo con l’Ue. 
Juncker.  “L’Italia non è la Grecia”, ma “è in una posizione difficile”. Lo dice il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, in un’intervista ai quotidiani austriaci ‘Der Standard’ e ‘Kurier’. “Se dicessi che esiste il pericolo di una seconda Grecia, gli italiani saranno di nuovo turbati. Inoltre, non paragono l’Italia con la Grecia, nonostante l’elevato livello del debito e nonostante un deficit di bilancio eccessivo. Ora dobbiamo parlare con gli italiani in una nobile competizione di idee”, afferma Juncker, che tuttavia rileva: “L’Italia è in una posizione difficile. Ho detto a Friburgo che l’euro era in pericolo se tutti avessero richiesto regole speciali in modo tale da non rispettare gli accordi precedenti nel contesto del coordinamento delle politiche economiche e di bilancio. Non ho confrontato l’Italia con la Grecia. Ho dovuto risolvere quella crisi insieme ad alcuni altri. Non ho voglia di ricominciare da capo”. Interpellato sulle misure previste dalla manovra, come il reddito di cittadinanza e la flat tax, Juncker si schermisce: “Non spetta alla Commissione dire che non puoi fare questo e quello. Per noi, il fattore decisivo è la linea di fondo. Spetta ai politici italiani trovare regole e misure che consentano all’Italia di rimanere entro gli obiettivi di bilancio concordati”.  Il governo italiano, ricorda poi Juncker, “dovrà presentare il proprio bilancio alla Commissione entro il 15 ottobre. Valuteremo, e, se necessario, proporremo modifiche ‘sine ira et studio’. Siamo in una procedura normale”. 
“Linguaggio sboccato dei vicepremier preoccupa”.  Non solo. Preoccupa il “linguaggio sboccato” dei due vicepremier italiani, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, nei confronti dell’Ue, dice il presidente della Commissione europea. Alla domanda sulle parole di Salvini nei suoi riguardi, Juncker minimizza: “Non le ho sentite, le ho lette adesso. Al limite, potrei ignorarle”. Ma, aggiunge, “il fatto che due vicepremier ministri italiani usino un linguaggio sboccato sull’Unione europea come istituzione nella struttura generale del continente va guardato con molta attenzione”.
Di Maio.  “Io non sono preoccupato,  dopo tanti anni abbiamo scritto una manovra del popolo e per questo non si può essere preoccupati. Io sono tranquillissimo anche perché abbiamo tanto ancora da fare”, risponde  il vicepremier Luigi Di Maio ai giornalisti che gli chiedevano se fosse preoccupato per il primo test importante per la manovra il 15 ottobre, ultimo giorno utile per la presentazione a Bruxelles della bozza di legge di bilancio. E poi:  “Le previsioni non si fanno sui se, siamo convinti che quello sarà il tasso di crescita e con quella crescita noi riusciremo a ripagare il debito e ad abbassare il deficit”. Dunque “Nessun piano B”, ribadisce spiegando che da parte dell’esecutivo “non c’e’ alcuna volontà di arretrare, non vogliamo assolutamente tradire i cittadini italiani. Non si torna indietro”. 

5 Ottobre 2018
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