Calcio
10:39 pm, 27 Settembre 18 calendario

Juventus-Napoli sfida tra due allenatori top

Di: Redazione Metronews
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CALCIO Max contro Carlo. Tra i tanti duelli di Juventus-Napoli, big match in programma tra due giorni all’Allianz Stadium, probabilmente la sfida tra Allegri e Ancelotti è la più intrigante dell’intero parterre di stelle. Due allenatori tanto diversi come background e rispettive carriere, quanto simili nell’approccio alla partita, nella gestione della rosa e soprattutto, ed è ciò che più conta, nei risultati ottenuti sul campo, visto che parliamo di due top a livello mondiale della scuola italiana.
I PALMARES
Storie diverse quelle che hanno portato i due tecnici al grande calcio, entrambi partiti dalla periferia (uno da Livorno, l’altro da Reggiolo) e arrivati poco a poco a calcare i grandi palcoscenici internazionali, seppur con percorsi totalmente diversi. Complice forse una carriera da calciatore non all’altezza del rivale, Allegri ha dovuto sgomitare di più per arrivare a vincere trofei importanti, prima col Milan (scudetto e Supercoppa) e poi con la Juventus, squadra in cui ha vinto praticamente di tutto negli ultimi quattro anni, ad eccezione della Champions League. Esattamente l’opposto di Ancelotti, per il quale la ‘Coppa dalle grandi orecchiè è la vera specialità della casa, visto che Carletto l’ha alzata in ben 5 occasioni, due da giocatore del Milan e tre da allenatore (di cui due col Milan e una col Real Madrid, la decima della storia dei ‘blancos’). Il tutto senza dimenticare i titoli nazionali conquistati tra Inghilterra (Chelsea), Francia (Psg) e Germania (Bayern Monaco).
IL CARISMA
Ma da dove deriva questa loro predisposizione naturale alla vittoria? Tanti i fattori che entrano in gioco, ma per il tutto potrebbe essere tradotto in due concetti cardine: la cultura del lavoro e la gestione della rosa, a livello umano ancor prima che tecnico-tattico. Ed è lì che sia Allegri che Ancelotti hanno dimostrato una marcia in più degli avversari, nel saper cogliere prima di altri le qualità di tutti i giocatori a loro disposizione, coprendone i difetti ed evidenziandone i pregi grazie al lavoro di squadra. Ed è soprattutto nella crescita dei grandi campioni che tutto ciò ha fatto la differenza, riuscendo a gestire senza problemi stelle del calibro di Ibrahimovic, Seedorf, Kakà, Ronaldo, Drogba e Ribery, solo per citarne alcuni esempi.
NO INTEGRALISMI
Gestione del gruppo, dicevamo, che in campo si traduce in capacità di valorizzare il capitale umano a propria disposizione, ruotando gli elementi della rosa affinché tutti si sentano parte integrante del progetto, nessuno escluso. Un ‘turnover ragionatò che tocca praticamente l’intera rosa ad eccezione di alcuni fedelissimi (Chiellini e Cristiano Ronaldo da una parte, Koulibaly e Insigne dall’altra) e che permette a tutti di dare il massimo ogni qual volta si viene chiamati in causa. E infine guai a parlare di integralismo o di moduli prediletti: a differenza dei rispettivi predecessori (Conte da una parte e Sarri dall’altra), né Allegri e né Ancelotti sono legati ad un singolo modulo, e hanno spaziato spesso in carriera dal 4-3-3 al 4-2-3-1, dal 4-4-2 al 3-5-2, ognuno scelto in base alla condizione degli uomini a disposizione e all’avversario che si ha di fronte. E lo stesso succederà tra due giorni all’Allianz Stadium: sarà Max contro Carlo, due allenatori all’apparenza così diversi e invece molto più simili di quanto sembri. A chi andrà il primo round del duello scudetto?
 

27 Settembre 2018
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