Zeus cura la rabbia di stalker e uomini violenti
Stalker, uomini violenti, persecutori: tutti giustamente trattati dalla legge come carnefici, e quindi puniti, fino a che non tornano a picchiare, a perseguitare e alla fine, troppe volte, a uccidere (già 18 femminicidi nel 2018). E allora, solo dopo, si cerca, quando sono in carcere, di “curare” quella violenza, quella rabbia che trasforma una relazione in una tragedia. Ma perché non farlo prima, per evitare che si arrivi al delitto? È la strada della prevenzione, rivoluzionaria per l’Italia, che ha deciso di intraprendere la sezione Atti Persecutori, Maltrattamenti e Cyberbullismo dell’Anticrimine della Questura di Milano, sotto la guida di Alessandra Simone: domani verrà firmato un protocollo di intesa tra la Questura di Milano e il Centro Italiano per la Promozione della Mediazione diretto dal criminologo Paolo Giulini che già opera nel carcere di Bollate.
In base al protocollo, nome non casuale Zeus, dio dominato dall’ira, il questore alle prime avvisaglie, potrà imporre con l’ammonimento, un atto di carattere amministrativo e non penale, al potenziale stalker o maltrattante di seguire percorsi terapeutici gratuiti per il trattamento della rabbia presso il Cipm. Se l’ammonito si rifiuterà di partecipare, l’assenza sarà segnalata e varrà come aggravante in caso di reato. Ma l’obiettivo è soprattutto affiancare l’uomo che alza le mani o quello ossessionato dall’ex per addestrarlo a gestire le emozioni, anche quelle negative.
PAOLA RIZZI
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