MAFIA
8:07 pm, 21 Gennaio 18 calendario

L’ex boss racconta tutto e scatta il blitz antimafia

Di: Redazione Metronews
condividi

PALERMO Duro colpo a Cosa Nostra grazie ad un nuovo pentito, Sergio Macaluso, uno dei capi del mandamento di Resuttana, in carcere da due anni. Le sue confessioni ai magistrati della Dda di Palermo hanno fatto scattare un fermo per cinque boss accusati di mafia ed estorsione. Tra loro spicca il 40enne Giuseppe Biondino, figlio dell’ergastolano Salvatore, autista e uomo di fiducia di Riina. Ufficialmente, era solo il gestore di un’agenzia di pubblicità, la “MP”, in realtà curava diversi affari per conto del clan che opera nel centro del capoluogo siciliano.
Erano pronti alla fuga
Biondino è accusato dalla Dda di essere il nuovo capo del mandamento di Resuttana, clan colpito nelle scorse settimane con un blitz che ha portato all’arresto di una trentina di persone. In carcere è finito anche il 37enne Francesco Lo Iacono, nipote del boss Francesco Lo Iacono, storico capomafia di Partitico ucciso nel 2005. È accusato dell’incendio di una concessionaria di auto nel 2015 e si preparava a fuggire in Germania. Infatti i cinque sono stati fermati dai carabinieri dopo che si è scoperto che preparavano la fuga all’estero. Biondino si era recato più volte in Spagna con l’intenzione di organizzare la sua imminente latitanza. Sarebbe lui il nuovo “reggente” del mandamento di San Lorenzo ed è accusato di diverse estorsioni.
Indagini già in corso
In carcere sono finiti anche Salvatore Ariolo e Ahmed Glaoui, accusati di mafia ed estorsione e Bartolomeo Mancuso, accusato di estorsione. Gli arresti sono stati resi possibili dalle dichiarazioni di Macaluso, che ha confessato due omicidi e ha fornito i nomi dei mafiosi che stanno gestendo la riorganizzazione di Cosa nostra a Palermo e in provincia. È stata la conferma di una serie di indicazioni su cui già lavoravano i carabinieri, anche grazie alle denunce di un commerciante che ha ammesso di aver pagato il pizzo e di un imprenditore che si è rifiutato di far lavorare una ditta imposta dai boss.
I due mandamenti
L’attività d’indagine che ha portato agli ultimi arresti è la prosecuzione dell’operazione “Talea” (dicembre 2017) condotta nei confronti degli affiliati ai mandamenti mafiosi di San Lorenzo (composto dall’omonima famiglia di San Lorenzo, Tommaso Natale, Partanna Mondello, Terrasini, Cinisi e Carini) e Resuttana (articolata sull’omonima famiglia di Resuttana e da quelle di Arenella e Acquasanta).
METRO

21 Gennaio 2018
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo