terrorismo
7:57 pm, 1 Novembre 17 calendario

Isis, l’incubo Usa viene da dentro

Di: Redazione Metronews
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USA Un immigrato apparentemente tranquillo e integrato, arrivato nel 2010 negli Usa dove si è sposato e ha avuto due figli, lavorando come autista di Uber. È il profilo del 29enne uzbeko Sayfullo Saipov, l’uomo che ha seminato la morte lungo la pista ciclabile di Manhattan. «Avrei voluto continuare a uccidere», ha detto agli investigatori, convinti che l’attacco «sia stato pianificato per settimane, con istruzioni inviate via web». Il suo pc era zeppo di materiale dell’Isis. Così gli Usa si scoprono ancor più indifesi ed esposti ad attacchi frutto di radicalizzazioni maturate sul loro territorio. Diventa sconfinata la platea di “lupi solitari” che possono “armarsi” con un furgone.
La reazione di Trump
La reazione del presidente Donald Trump è stata l’annuncio di un nuovo giro di vite sui migranti: «Ho appena ordinato alla Sicurezza Interna di rafforzare il nostro programma di esame delle credenziali». In realtà Sayfullo Saipov era titolare di una “green card”, il permesso di residenza permanente. Così Trump si è scagliato anche contro la «lotteria» della Green Card – il Diversity Immigrant Visa Program – voluta dal Congresso americano per accogliere immigrati provenienti da Paesi poco rappresentati negli Usa.
«Basta con la lotteria»
«Mi sto battendo per un’immigrazione basata sul merito – ha detto Trump – e non più sulla lotteria voluta dai democratici». Il governatore di New York, Cuomo, e il sindaco De Blasio hanno invitato il presidente a «non politicizzare la tragedia e a non fomentare l’odio». L’Uzbekistan non è nella lista degli otto Paesi musulmani con restrizioni nell’ingresso in Usa. L’Isis delle steppe si sta affermando come una grande minaccia: quella della pista ciclabile di Manhattan è la quarta strage in cui è coinvolto un uzbeko nell’ultimo anno.
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1 Novembre 2017
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