Maurizio Guandalini
6:00 am, 26 Settembre 17 calendario

Immobilismo, paura e crisi dell’Europa

Di: Redazione Metronews
condividi

L’OPINIONE I perdenti di Germania evitino di spremersi le meningi. A occhio nudo si vede il danno. E i modi per ripararlo. Non ci sta ipotizzare scenari revanscisti, senza guerra, di neo-nazionalismo. Gli sprofondi elettorali sono dei campanelli d’allarme. Dicono le debolezze. E i limiti. Quelli scaltri capiscono e riparano. La Merkel appena un minuto dopo il risultato elettorale ha detto che occorrono stringenti controlli sull’immigrazione. Vuol dire che i cosiddetti xenofobi così fuori di testa non sono. Qualche ragione ce l’hanno. Non è tutto razzismo che circola. C’è chi ragiona con il buonsenso e da il voto a certi partiti per disperazione. Perché altri non ascoltano. L’immobilismo sulla paura ha portato a non risolvere i problemi. E, della paura, farne un colpa. Come il populismo. 
Il Vecchio Continente è in crisi d’identità. Di appartenenza. Iconico. Di immagine. Attorno al quale coalizzare i cittadini. E far sì che la seguano. L’Europa. Rivendicare la propria cultura e adoperarsi perché sia rispettata è un caposaldo. L’Europa non ha fatto l’Europa. Ha preferito celebrare trionfi fallaci come le reunion di Ventotene per riecheggiare principi europei utili sulla carta. Ahinoi l’Europa è quella di sempre. Che si lava le mani. Come sui migranti. Ed è così se l’insuccesso della Merkel cresce in una Europa che parla tedesco e con le ricette economiche formattate agli interessi del Bundestag: surplus commerciali, disoccupazione inesistente e pareggio di bilancio nel 2014. Grazie ad Angela. 
Piegare l’Europa a favore di una sola economia fa perdere l’orizzonte. Su pene più grandi. E metodo. Il risultato elettorale tedesco non è drammatico. Con numeri più prepotenti è accaduto in Francia. Front National e Le Pen hanno cambiato pelle ma non governano. Perché il buonsenso degli europei alla fine si affida ad una classe dirigente con i piedi per terra. C’è andato Macron che la lezione non l’ha appresa granché e infatti rotolano sulla testa i primi dolori. Finché l’Europa non fa scelte immediate, incidenti, esecutive dall’oggi al domani non gira il motore. E il dialogo dopo il cancan tedesco sarà arduo perché ogni Paese alzerà l’asticella degli anticorpi a fini interni. Partito patriottico. Patriottismo. Quello dei vittoriosi di Germania. E’ l’identità di cui facevamo riferimento all’inizio. Il giornale tedesco Die Welt, mentre uscivano i risultati, ha scritto che il Ministro degli Interni italiano, Minniti, è l’uomo che ha chiuso la rotta mediterranea degli sbarchi. Minniti l’uomo che ricorda agli islamici che devono adeguarsi ai nostri valori. Sì, ma quali valori? Qualcuno vuole darci una rinfrescata?
MAURIZIO GUANDALINI
Economista e giornalista – Fondazione Istud

26 Settembre 2017
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo