malaria
4:37 pm, 6 Settembre 17 calendario

Sofia colpita dallo stesso parassita degli altri bimbi

Di: Redazione Metronews
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Sofia, la bimba trentina di 4 anni morta per malaria, è stata colpita dallo stesso parassita che in agosto aveva costretto al ricovero all’ospedale di Trento due bambini al rientro dal Burkina Faso. Ad affermarlo è Nunzia Di Palma, direttrice dell’unità operativa del reparto pediatria dell’ospedale “Santa Chiara” di Trento. I due bambini si trovavano nel reparto pediatria negli stessi giorni di quando era stata ricoverata una prima volta la piccola Sofia. Due sono stati i ricoveri di Sofia a Trento, il primo per una faringite, come è stato diagnosticato, il secondo, quello più recente, quando le venne diagnosticata la malaria. Nel frattempo, a seguito della morte di Sofia Zago avvenuta nella notte tra domenica e lunedi’, la Procura della Repubblica di Trento ha aperto un’indagine per omicidio colposo contro ignoti. 
Niente zanzare. Ha dato esito negativo il risultato della disinfestazione dell’intero reparto dell’ospedale “Santa Chiara” di Trento dov’erano ricoverati la piccola Sofia e i due bambini, curati e poi guariti, provenienti dal Burkina Faso. Lo ha reso noto l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Trentino. Nelle quattro trappole collocate all’interno del reparto non è stata riscontrata presenza di zanzare portatrici di malaria. 
“Troppo tardi”. Sofia è “arrivata troppo tardi” all’ospedale di Brescia: lo ha detto il direttore generale dell’Asst Spedali Civili di Brescia, Ezio Belleri, che durante un’intervista ha spiegato che “se la situazione fosse stata compresa molto prima e non sabato, quando la bambina è stata trasferita a Brescia, probabilmente si sarebbe potuto agire in maniera diversa . Ma a quel punto, in quelle condizioni, né i colleghi di Trento, né noi potevamo fare nulla”. La bambina, colpita dallo stesso parassita che in agosto aveva costretto al ricovero all’ospedale di Trento due bambini al rientro dal Burkina Faso, è arrivata al pronto soccorso di Brescia sabato pomeriggio quando era già “in stato comatoso”, ha sottolineato Belleri. “Non c’è stato nulla da fare, siamo stati coinvolti nel passaggio finale, quando Sofia è arrivata da noi aveva già una diagnosi”, ha spiegato, “i colleghi di Trento avevano già avviato la corretta terapia e l’abbiamo potenziata con tutti gli strumenti a disposizione. Ma si erano già attivati i meccanismi di patogenesi del danno cerebrale ovvero una delle modalità attraverso le quali agisce questo micro organismo che colpisce i globuli rossi e innesca una serie di azioni e reazioni che in situazioni gravi portano fino al decesso del paziente”. 
Omicidio colposo.  La procura della Repubblica di Trento intanto ha aperto un’indagine contro ignoti per omicidio colposo a seguito del decesso di Sofia. La procura con l’apertura dell’inchiesta vuole ricostruire la vicenda sia sotto l’aspetto sanitario che verificare il rispetto dei protocolli previsti. 

6 Settembre 2017
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