Salute
2:22 pm, 31 Maggio 17 calendario

Fumo, il vizio cresce troppo tra i giovani

Di: Redazione Metronews
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Continua, inesorabile, la lenta ma purtroppo regolare crescita del numero di giovani (fino a 28 anni) e giovanissimi (under 20) che iniziano a fumare. È un vizio per il 23,4% degli studenti. Nel 2010 la percentuale era il 20,7%. Addirittura, dei baby fumatori, il 7,6% lo fa ogni giorno. Acquista sigarette come se fossero la merenda nell’intervallo scolastico e se sono donne iniziano prima e consumano di più. Una fotografia impietosa quella diffusa dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro in occasione della giornata senza tabacco celebrata oggi in tutto il mondo.
 
Per molti versi sembra di essere ritornati negli anni ’50, quando gli attori nei film promuovevano “il vizio” e scattava l’effetto emulativo. Silvia Novello è presidente di Walce Onlus (Women against lung cancer in Europe) e docente del Dipartimento di oncologia polmonare all’Università di Torino: «Non è un caso se l’80% dei giovani ammette d’iniziare perché lo fanno amici e compagni di scuola. Il modello da imitare può essere anche qualcuno di più grande all’interno del gruppo familiare. Ma persino un attore del cinema: è dimostrato, infatti, che le scene di fumo all’interno dei film possono provocare un aumento dell’abitudine o meglio dell’avvicinamento alla prima sigaretta, pari al 50% in più rispetto a chi non viene esposto a queste immagini. Esattamente come funzionò per le nostre mamme, le ragazze ritengono di essere più sexy con la sigaretta e non è scomparsa l’idea che fumare faccia dimagrire. Cosa che non è assolutamente vero per le giovanissime».
Sud Europa. Non va meglio nel resto del Sud Europa, secondo i dati Eurobarometro, dove il tasso di consumatori di tabacco tra 15 e 24 anni è cresciuto dal 24 al 29%. La prossima indagine è prevista per il 2019/2020, quando si potrà valutare il primo impatto della direttiva sui prodotti del tabacco, entrata in vigore il 20 maggio. Per l’Organizzazione mondiale della Sanità bisognerebbe proibire la promozione e aumentare le tasse e quindi il prezzo delle sigarette. «Non basta, serve una rivoluzione culturale – sottolinea però  Annarita Milone, dirigente neuropsichiatra infantile presso l’Irccs Stella Maris di Pisa – Questi modelli dilagano in contesti scolastici e in gruppi adolescenziali, a causa delle imitazioni di gruppo. Questa società disgregata, dove siamo individui soli con la nostra tecnologia  a portata di mano, ci lascia il bisogno di essere accettati nel gruppo, a qualsiasi condizione. Sono frequenti in minori caratterizzati da fragilità emotiva e tratti depressivi e devono essere un segnale da accogliere per permettere l’attivazione di approfondimenti diagnostici e interventi terapeutici».
STEFANIA DIVERTITO

31 Maggio 2017
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