Fisco
9:43 pm, 4 Maggio 17 calendario

Pagano le tasse i giganti del web

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’operazione conclusa con Google per chiudere delle controversie fiscali «rappresenta un passo avanti fondamentale nella strategia di lungo periodo che stiamo perseguendo», ha affermato la direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi. «Abbiamo conseguito un risultato straordinario – prosegue Orlandi – non soltanto per l’ingente valore delle somme riportate nelle casse dello Stato attraverso l’accertamento con adesione, ma anche per i risultati che verranno». «Quest’accordo – aggiunge la Orlandi – ci ha, infatti, consentito di aprire un dialogo con Google che si è impegnata ad attivare una procedura di ruling (Apa), secondo le regole Ocse, per tassare i proventi prodotti nel nostro Paese». Infatti il vero punto è il futuro. È importante infatti che Google versi 306 milioni di euro per risolvere le potenziali controversie relative alle indagini fiscali, per gli annio tra il 2002 e il 2015 a diverso titolo, ma è molto più importante il fatto che si vada definendo un regime di rapporti con il fisco italiano da parte dei giganti del web. Infatti come è noto il tema della tassazione dei servizi online (un ambito economico difficile da legare a un territorio ma che ormai valgono più delle industrie materiali) è assai controverso, e molte tasse vengono “legalmente” pagate in Paesipiù vantaggiosi. Si discute molto diuna web-tax, ma chi frena sostiene che sia complesso farlo per un solo Paese perché spingerebbe solo i colossi ad andare altrove. Serve quindi un accordo internazionale. Nel frattempo proprio l’Italia riesce a smuovere qualcosa con interventi mirati, come questi accordi con Google e Apple e ad esempio la nuova legge sull’intermediazione online (Airbnb e Uber). «Siamo il Paese – afferma la Orlandi – che più ha fatto in questo campo, sia per recuperare il pregresso che per il futuro, per tenere in Italia il reddito che deriva dall’imponibile prodotto nel Paese». Anche il ministro Padoan è intervenuto: «L’accordo segnala la necessità di lavorare nella direzione di un regime più stabile, chiaro, trasparente. A livello nazionale e internazionale».
L’accordo con Apple
Nel 2015 già Apple era entrata in accordo preventivo in Italia, pagando 318 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate e impegnandosi per il futuro. La Ue però nel 2016 ha multato Apple per 13 miliardi per i benefici fiscali  in Irlanda.
Inchiesta per evasione
 La Procura di Milano ha apertouna inchiesta su una presunta evasione fiscale da parte di Amazon per circa 130 milioni di euro in Italia. Amazon ha replicatoche paga tutte le imposte dovute in ogni Paese.
Cedolare su Aribnb
Con la recente manovra è stata introdotta la cedolare secca sugli affitti brevi per combattere l’evasione fiscale da parte di chi affitta case e stanze per brevi periodi, anche tramite portali online. Gli intermediari, come Airbnb, assumono il ruolo di sostituti d’imposta.
OSVALDO BALDACCI

4 Maggio 2017
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