Geoffrey Rush/Albert Einstein/Getty Images
12:01 am, 3 Maggio 17 calendario

Rush: Il vero Einstein? Un antieroe e un eroe

Di: Redazione Metronews
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TELEVISIONE Uno scapigliato quanto energico vecchio che, pantaloni calati, fa sesso con la segretaria e, dopo l’amplesso contro una lavagna piena di numeri, pulisce il gesso dalla manica di lei prima di riscrivere le formule cancellate. Si apre così Genius-Einstein, dall’11 maggio su National Geographic (ore 20.55 canale 403 di Sky). La serie, coprodotta da Ron Howard, che firma la regia del primo dei 10 episodi, ripercorre la tumultuosa vita di una delle più grandi menti del XX secolo. «Senza rivelare tutto – spiega il regista, incontrato da Metro alla prima londinese – si parla non solo delle grandi scoperte di Albert Einstein e della sua lotta per condividerle col mondo, ma anche, intimamente, della sua vita, del suo complicato rapporto con le donne». Perfettamente calato nel ruolo del protagonista Geoffrey Rush, affiancato dall’ottima Emily Watson nei panni di Elsa, la cugina che fu seconda moglie di Einstein.
Signor Rush, secondo lei, chi era davvero Einstein?
Credo si trattasse della  persona più sorprendente, una  rarità, una specie di antieroe ed eroe insieme. Non ci sono molti modelli oggi con la stessa empatia, curiosità e passione, divenuti famosi a livello, ad esempio, di Charlie Chaplin. Penso a Chaplin perché era un grande clown del cinema, riusciva a lavorare senza parlare. Bene, Einstein era uno scienziato che aveva una profondità politica e filosofica, una personalità capace di umorismo e interessata alle cose del mondo.
Com’è diventato Einstein? Che è capitato ai suoi capelli?
Credo che i suoi capelli siano diventati istintivamente ribelli. Negli Anni ‘40 venivano tagliati corti, segno d’igiene e disciplina, ma lui se li fece crescere affermando la sua individualità di anticonformista. Sebbene fosse ricco, poi, indossava sempre gli stessi abiti e una giacca di pelle. E non perdeva tempo a mettere calzini: teneva la mente sgombra e concentrata su altre cose. Terrificante, poi, il modo in cui studiava!
È vero che da piccolo lei voleva fare l’astronomo?
Sì, mi appassionavano le galassie, ma quando mi dissero che dovevo studiare molta matematica, fisica e chimica, mi resi conto di essere un disastro. Poi cominciai a recitare a scuola…ed eccomi qui!
Ha studiato le teorie di Einstein?
Ne ho imparate alcune, ma non le ho ancora capite!
Perché, a suo avviso, Eistein rimane così iconico?
C’è una luce perenne intorno alla sua figura, perché ha vissuto sempre da protagonista durante due grandi conflitti mondiali…È stato associato alla bomba atomica, ma era un pacifista.
 
ORIETTA CICCHINELLI
 

3 Maggio 2017
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