Libri/Lisa Hilton
6:15 pm, 3 Maggio 17 calendario

Donne, se volete crescere non date retta alle favole

Di: Redazione Metronews
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ROMANZI In “Maestra” avevamo lasciato Judith a Venezia, a godersi una notte fantastica, in compagnia di se stessa, dello champagne e della sua nuova identità di ricca e affascinante gallerista. Nel nuovo romanzo di Lisa Hilton, “Domina” (Longanesi, p. 350 euro 16,90, già in libreria),  secondo capitolo della saga ambientata nel mondo dell’arte e delle case d’asta, un omicidio la allontana dal piacere del sesso e la trascina in un mondo che pensava di essersi lasciata alle spalle, tra cadaveri da nascondere, ricatti, doppi giochi. E nell’indagare i lati oscuri e perversi dell’animo umano l’ispiratore artistico è Caravaggio con la sua tormentata esistenza fatta di ombre e luci.
In Domina il sesso è meno importante. Che cosa succede?
Succede che l’asticella si alza. Quando il gioco si fa duro devi toglierti i guantoni e dare pugni a mani nude.
Lei sfata il mito che la donna, come unica possibilità e risorsa, debba giocare le sue carte di femmina.
Esatto! Non vale più essere carina e giocare con il sesso per farcela in situazioni difficili…
E quindi cosa bisogna fare per cavarcela?
Come modello, per farla agire, ho pensato a Machiavelli, autore de “Il principe”. Lui consigliava sempre di vedere le strategie a vantaggio del principe stesso. Judith deve pensare. Se in “Maestra” lei faceva sesso come un uomo, godendo solo del piacere fisico, qui deve pensare come un uomo.
Ovvero?
Gli uomini non fanno vedere i risultati, sono orientati al risultato, convinti che alla fine vinceranno.
Gli uomini che Judith incontra sono molto primitivi, rozzi.
L’artista del libro è Caravaggio, che ha caratteristiche di vita molto primitive e ho fatto tanta ricerca  sulla cultura oligarca russa che ha questo tratto accentuato. C’è qualcosa in Judith che risponde a questa caratteristica che la porta comunque a contatto con la realtà.
Il messaggio di “Domina” alla fine qual è?
Le donne non devono credere all’happy ending. In Maestra c’era, in modo stranissimo, comunque, un lieto fine. Domina ci dice che, per crescere, per diventare persone e donne complete, per farcela nella vita, per non soccombere, non dobbiamo credere alle favole.
ANTONELLA FIORI

3 Maggio 2017
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