Caccia al killer nella palude emiliana
FERRARA Sono un migliaio gli uomini dei reparti speciali delle forze di sicurezza impegnati nell’imponente caccia all’uomo scatenata in Emilia. L’uomo sospettato per due omicidi è armato e molto pericoloso: ha almeno due pistole, una è la calibro 9 che avrebbe usato per la rapina letale di Riccardina e l’altra sarebbe quella rubata alla guardia provinciale di Portomaggiore. I posti di blocco con militari armati sono tantissimi, lungo ogni strada statale e provinciale e i controlli vengono fatti a tutte le auto in transito. I cani molecolari hanno fiutato nelle paludi quello che probabilmente è stato il giaciglio del killer, ma poi la pista è stata persa. Nella zona è panico e i comuni sono sommersi di chiamate: il sindaco di Molinella ha invitato a mantenere la calma e a comportarsi in modo maturo, tanto più che il territorio è presidiato.
Ma chi è il killer cui si dà la caccia? Il volto del ricercato Igor Vaclavic “il russo” è stato riconosciuto da alcuni testimoni che hanno riferito di una persona simile che si aggirava nei pressi del locale di Riccardina di Budrio dove successivamente è stato ucciso, nel retrobottega del negozio, il barista Davide Fabbri. Ma le verifiche effettuate hanno evidenziato che l’uomo – ufficialmente ancora solo sospettato – aveva più di una identità. L’Interpol sotto le sue impronte digitali ne ha registrate due, aggiungendo a Igor quella di Ezechiele Norberto Feher, serbo, con cui avrebbe anche un profilo facebook. Potrebbe essere la sua vera identità, e sarebbe ricercato anche in Serbia. Da due anni vive alla macchia, nascondendosi tra paludi, fienili, fossi, argini e campi nei casolari abbandonati emiliani, un territorio che conosce ormai a menadito. È addestrato a combattere e a tecniche di sopravvivenza.
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