Omicidio all’italiana/Capatonda/film
4:00 pm, 22 Febbraio 17 calendario

Maccio: Fustigo i morbosi della cronaca nera

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Piccoli omicidi tra paesani. Esattamente tra disperati di un paesotto arroccato tra le montagne dell’entroterra abruzzese, dove si parla “un terrorese” tutto inventato, si sogna una modernità di cui non si ha idea e si viene travolti, invece, dalla brutalità della più cruenta contemporaneità fatta da gip che arrestano dopo televoto, da giornalisti che lavorano sulla scena del crimine, da conduttrici tv pronte a tutto in nome dello share. Ed ecco a voi il nuovo Maccio Capatonda in versione sdrucito sindaco protagonista (oltre che regista e autore) insieme a Herbert Ballerina, Sabrina Ferilli e Fabrizio Biggio, in “Omicidio all’italiana”, dal 2 marzo nei cinema in 400 copie e che Capatonda ci racconta, serissimo e preciso com’è sempre fuori dal set.
«La prima idea di questo film mi è venuta pensando al turismo dell’orrore, infatti ho in parte scritto a Cogne, dove mi dicono che i giornalisti spiavano nelle case all’epoca del delitto e sono  partito dall’idea dei tanti che si appassionano a queste storie come fossero film, una mostruosità».
Il film è un atto d’accusa a certa televisione pronta a speculare su tutto il dolore del mondo?
Sì, l’allusione è ad alcune conduttrici spietate della tv del pomeriggio che mettono sotto i riflettori vittime e carnefici in nome dello share.
E come ha coinvolto la Ferilli nel ruolo chiave del film?
Quando ho scritto il ruolo di conduttrice tv ho pensato subito a lei, ma credevo che non lo avrebbe fatto e, invece, ha accettato subito. Sul set, poi, lei è stata sempre nostra complice nel rimandare l’immagine di una realtà stravolta dai media.
SILVIA DI PAOLA

22 Febbraio 2017
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