Processo Mafia Capitale
10:54 pm, 21 Febbraio 17 calendario

Mafia Capitale Gramazio rigetta le accuse

Di: Redazione Metronews
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ROMA Ha assicurato di non aver mai preso soldi illeciti da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. «Solo un regolare finanziamento elettorale dalla coop Formula Sociale». E di non averli mai agevolati nel corso della sua attività politica, anche se le intercettazioni agli atti, direbbero il contrario. «Millantavo cose che non facevo. Volevo apparire più bravo, ma non ho mai fatto nulla di concreto. A parole il politico è sempre disponibile, ma questo non significa che quello che dica si tramuti in realtà». Per l’ex consigliere regionale Luca Gramazio, l’unico politico di tutto il processo Mafia Capitale su cui pende l’accusa di 416 bis, non era semplice difendersi dalle accuse della procura. Ma lui ci ha provato in ogni modo nel corso del suo esame di ieri, che è arrivato a 630 giorni dal suo arresto.
«Ma tu sei il figlio di Domenico? Salutami tuo padre». Il primo incontro con Massimo Carminati sarebbe avvenuto poco prima del novembre del 2012, in un bar del quartiere Prati, vicino alla sede Rai. A presentarli è l’amico comune Fabrizio Franco Testa, anche lui imputato nel maxi processo. «Sapevo chi fosse Carminati – ha spiegato Gramazio, difeso da Antonio Giambrone (sopra, nella foto Lapresse) e Giuseppe Valentini – Vengo da una famiglia di destra, conosco quello che è avvenuto negli anni 70 e 80 in questo paese. Mio padre (l’ex senatore Domenico Gramazio ndr) conosceva bene la sua famiglia. Negli anni 60 i genitori di Carminati si occupavano della sezione Msi di viale Marconi. Lui aveva grande stima e affetto per loro», soprattutto dopo il conflitto a fuoco con la polizia del 1981 in cui Massimo Carminati rimase ferito all’occhio. «Dopo quell’evento mio padre mostrò verso loro il massimo della disponibilità».  
Il primo incontro con Buzzi, invece, risalirebbe al 2006. «Ero appena entrato in consiglio comunale – ha proseguito Gramazio – Ma i rapporti con lui si sono intensificati solo nel 2010, quando divenni capogruppo Pdl in Campidoglio e il mio bagaglio di conoscenze si allargò a dismisura: dal vicariato, ai costruttori, ai tassisti, fino alle cooperative sociali». A differenza di molti dei protagonisti del processo, Gramazio sapeva anche che i due avessero iniziato a collaborare.«Mi era stato detto che Carminati lavorava con le coop di Buzzi, ma io su questa cosa non ho mai fatto nessuna domanda. Non mi sono mai chiesto il perché», ha detto Gramazio che, rispondendo alle domande dei pm Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, ha più volte negato di aver favorito le coop di Buzzi. Anche quando le carte dell’inchiesta, sembrerebbero dire il contrario, come nel caso di Ostia, dove in una celebre intercettazione agli atti, Buzzi si rallegrava di lui con il suo interlocutore. «Gramazio ci ha fatto avere un sacco di soldi, un milione di euro per Ostia», diceva al telefono l’ex presidente della 29 giugno, smentito in aula da Gramazio: «io ho votato contro quella legge regionale».
Anche sul campo nomadi di Castel Romano, Gramazio ha negato ogni addebito:  «Ogni giorno ricevevo richieste di finanziamenti da imprenditori. Loro volevano solo che fosse saldato il debito del comune nei loro confronti. Io non feci nulla, ma poi mi vantai comunque». E lo stesso sarebbe accaduto sull’emendamento delle piste ciclabili in favore delle coop sociali, di cui lo stesso Gramazio si glorificava in un’intercettazione agli atti. «Ho detto che era un mio emendamento, ma era una bugia. Era della giunta».
Al contrario, l’ex capogruppo regionale Pdl ha più volte rivendicato di aver suggerito a Maurizio Venafro, ex capogabinetto di Nicola Zingaretti, il nome di Angelo Scozzafava. «Era una persona che stimavo. Seppi da Venafro che era stato inserito nelle commissioni di gara. Ma con Venafro (assolto in un altro filone dell’inchiesta ndr) non ho mai parlato della gara sul Cup», l’appalto milionario sul sistema di prenotazione unico per le prestazioni sanitarie, che faceva gola alle coop di Salvatore Buzzi. Quella di aver suggerito questa nomina, che per l’accusa sarebbe stata funzionale agli interessi del sodalizio, non è stata l’unica ammissione di Gramazio, che ha anche ricordato più volte di aver chiesto a Buzzi l’assunzione di 5 ragazzi. Un’utilità che nella ricostruzione di Gramazio si trasforma quasi in un vanto. «Avrei potuto metterli in qualche municipalizzata come hanno fatto in tanti  (il riferimento alla Parentopoli in Ama sembra più che evidente ndr). Invece li ho dati alle coop di Buzzi e dopo qualche mese sono stati licenziati». 
MARCO CARTA

21 Febbraio 2017
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