Jarmusch al cinema racconta Iggy Pop

ROMA In principio erano gli Iguanas. Poi , quello che oggi per tutti è Iggy Pop, pensò a qualcosa che lo spinse verso altri orizzonti: «Suonavo con i neri ma non ero un nero e avrei voluto fare per la mia generazione quello che i giovani neri stavano facendo per la loro». 
E allora capì  che doveva fare sul serio. La storia degli Stooges cominciò da qui: la storia di una band che mixava rock, blues  e free jazz, partorendo le basi del punk rock alternativo. 
Le ispirazioni, la sfida commerciale rappresentata dalla loro musica, l’eredità lasciata alle band che sono venute dopo: tutto questo è il corpo del film di Jim Jarmush, “Gimme Danger”, applaudito allo scorso festival di Cannes, domani e dopodomani nei nostri cinema.
Un film che unisce al racconto di Iggy Pop frammenti di cartoni animati d’epoca, interviste, immagini di repertorio. Un film che prende il titolo da un brano di Raw Power, l’ultimo album di The Stooges del 1973, e che vuole essere «la nostra lettera d’amore per quella che probabilmente è la più grande band nella storia del rock ‘n’ roll». Parola di Jim Jarmusch che chiude il film con Iggy Pop che così sintetizza tutta la sua vita: «Non voglio essere un alternativo ad ogni costo, un uomo di spettacolo, o un punk. Voglio solo essere».
SILVIA DI PAOLA