Simone Cristicchi/Teatro
8:00 am, 15 Febbraio 17 calendario

Cristicchi: Lazzaretti come San Francesco

Di: Redazione Metronews
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TEATRO «Lazzaretti per me è una sorta di San Francesco sconosciuto, un carismatico che riusciva a parlare alle masse contadine e agli intellettuali, un uomo a metà tra la terra e il cielo, tra spirito e materia. Uomini straordinari che arrivano in un determinato momento della storia a indicare nuove strade all’umanità». Così Simone Cristicchi, in scena da domani al 26 al Vittoria con Il secondo figlio di Dio, da lui scritto con Manfredi Rutelli, dedicato a David Lazzaretti detto il Cristo dell’Amiata, mistico e visionario di fine ‘800.
Come nasce il progetto?
Spettacolo e romanzo omonimo nascono da una serie di coincidenze: 6 anni fa ero sul Monte Amiata per una ricerca di testimonianze sui minatori e sentii parlare del Santo David. Ho voluto approfondire, insieme al drammaturgo Manfredi Rutelli e dopo avere scoperto quel posto magico che è il Monte Labbro, ad Arcidosso, tra i ruderi dell’eremo e della torre di David, ho sentito di essere pronto per questa storia incredibile. Una storia che se non te la raccontano, non la sai.
Cosa l’ha incuriosita di Lazzaretti?
L’essere precursore dei tempi, la sua idea di società: sorta di socialismo ante litteram fondato su uguaglianza, istruzione e solidarietà. Poi, la sua teologia “eretica” intrisa di gnosticismo cristiano ed ermetismo, il suo proclamarsi “secondo figlio di Dio”, che gli valse la scomunica. Santo, eretico, pazzo o precursore, Lazzaretti arrivò troppo tardi in un mondo troppo vecchio.
Che differenza c’è fra lo scrivere testi teatrali e canzoni?
Credo di aver trovato nel Musical-Civile il mio habitat perfetto per raccontare tra canzoni e narrazione. Forse la canzone ha un’immediatezza maggiore, e gode di canali privilegiati, radio e tv. Ma in questi anni ho dedicato tanto al palcoscenico, conquistando la credibilità del pubblico, che mi permette di vivere questa avventura straordinaria. E poi cerco di dare sempre spettacoli di grande qualità, mai fregature!
Continua a coltivare il talento di compositore?
Come per il precedente Magazzino 18, anche ne Il Secondo figlio di Dio ho scritto musiche e canzoni inedite. Arriverà il tempo di fare un nuovo album, perché esiste un pubblico che se lo aspetta, anche se ha compreso bene che il teatro è ormai la mia vita.
Rifarebbe Sanremo?
Non escludo di tornare all’Ariston prima o poi, quando mi verrà un’idea forte, anche se Ti regalerò una rosa (canzone con cui Cristicchi ha vinto Sanremo nel 2006, ndr) è un brano irripetibile.
Che pensa del Festival?
Che qualcosa di bello si trova sempre: Mannoia, Moro e Masini mi hanno dato un brivido. Il vincitore Francesco Gabbani mi ha ricordato le filastrocche agrodolci di Rino Gaetano, che hanno ispirato me e tanti altri: è stato una ventata di “pesante” leggerezza, che ci voleva! Mi ha fatto pensare a una frase di Lazzaretti: “Dio è terribile: o ti illumina o ti acceca!”.
 
STEFANO MILIONI

15 Febbraio 2017
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