Danny Boyle
9:00 am, 1 Febbraio 17 calendario

Boyle: Trainspotting, la vita 20 anni dopo

Di: Redazione Metronews
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CINEMA E il nostro Mark tornò a Edimburgo dopo 20 anni. A imbattersi di nuovo negli amici tossici e pazzoidi di un tempo, gli amici traditi quand’era fuggito via coi loro soldi. Ma, stavolta, l’ossessione non è la droga ma il tempo che passa. Per tutti e più che mai per quei cattivi ragazzi ormai uomini e non desiderosi di esserlo. Rieccoli (Ewan McGregor, Robert Carlyle, Jonny Miller, Eden Brenner) in T2 Trainspotting sempre diretti da Danny Boyle che per realizzare questo sequel (dal 23 nelle sale) ha aspettato (quasi) 20 anni.
Perché 20 anni dopo?
Avevo già provato a fare un sequel 10 anni fa perché Irvine Welsh aveva scritto un sequel ma volevo qualcosa che reggesse il confronto col 1° film e solo qualche anno fa abbiamo pensato a una sceneggiatura che aveva a che fare anche con l’invecchiare, col tempo che passa.
Non ha avuto paura della nostalgia?
No. Non può mancare, proprio perché vorrei far ripensare allo spettatore che cosa è successo nella sua vita, come è arrivato all’età adulta, come i protagonisti del film. Il punto è proprio qui: come sono invecchiati questi uomini che non sanno essere padri. Oggi la vera dipendenza, più che dalla droga, è la dipendenza dal passato, il tentare di restare aggrappati alla spensieratezza della giovinezza.
Lei quanto è cambiato in questi anni?
Non ho più l’incoscienza degli inizi, lo slancio innocente, e mi dispiace.
I giovani del primo Trainspotting erano senza ideali. E quelli di oggi?
Sono senza lavoro e con poco futuro.
La vita, si ripete nel film, è un lampo fatto di occasione e tradimento…
Sì, come nella storia dei protagonisti che è lo specchio delle nostre storie, al di là delle apparenze.
 SILVIA DI PAOLA

1 Febbraio 2017
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