MAFIA CAPITALE
8:53 pm, 26 Gennaio 17 calendario

Inchiesta Mondo di Mezzo trascrizioni con errori ed omissis

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA Omissis, concetti stravolti o interi dialoghi mozzati. Ad oltre un anno dall’inizio del processo Mafia Capitale, per l’ennesima volta il tribunale si ritrova a “bacchettare” i periti che stanno trascrivendo gli oltre 18mila progressivi contenuti nell’inchiesta “Mondo di Mezzo”. Tante infatti sarebbero le “difformità” tra le loro trascrizioni delle intercettazioni e quelle redatte dai consulenti della procura in fase di indagine. Imprecisioni e mancanze che coinvolgerebbero, almeno nel 50% dei casi, anche molte di quelle conversazioni ritenute decisive ai fini del processo: tanto per l’accusa, quanto per le difese degli imputati.
La questione è tornata d’attualità proprio ieri nell’aula bunker di Rebibbia, al termine dell’ascolto di una delle intercettazioni agli atti, il cui contenuto non sarebbe stato colto appieno, secondo i legali, dai periti incaricati. Anche la procura ha più volte evidenziato le difformità contenute nel lavoro dei consulenti del tribunale, presentando ad oggi già 10 differenti contestazioni sulle intercettazioni trascritte.In uno dei tanti dialoghi contestati, ad esempio, si leggono le parole di uno degli imputati, Salvatore Ruggiero, mentre parla con altri. “Rocco, lui è il nipote di Peppe Piromalli. Siamo andati, così funziona, dai Mancusi, il perno centrale che comanda, capito”. Nella sua trascrizione il perito della procura cita il nome di una nota ‘ndrina calabrese, i Piromalli, che al contrario è totalmente assente nella versione del perito del tribunale, che presenta diversi vuoti: “Rocco (inc) siamo andati (inc) dai Mancuso il perno centrale che comanda, capisci?”.
In un altro spezzone trascritto dai tecnici della procura, invece, sempre Salvatore Ruggiero parla con Salvatore Buzzi di Carmine Fasciani, noto criminale di Ostia con cui Buzzi, per sua stessa ammissione, avrebbe condiviso la cella nel carcere di Rebibbia negli anni 80. “Porto i saluti e poi guarda…guarda che porto i saluti da due (incompr) di Carmine Fasciani”.  A Ruggiero, Buzzi risponde: “Ah si? Grande!”. Ma lo scambio di battute per il perito del tribunale sarebbe totalmente incomprensibile, tanto da non trascrivere alcuna parola.  
Le difformità non riguarderebbero solo le conversazioni ambientali, viziate spesso dai rumori di sottofondo, ma anche alcuni dialoghi, in cui, al contrario, le voci possono essere ascoltate in maniera nitida. Spesso a complicare le cose, come nel caso degli imputati di origine calabrese, è anche il dialetto, la cui errata trascrizione ha creato non poche difficoltà ai legali delle difese, come più volte ha segnalato Roberta Giannini, avvocato di Rocco Rotolo. In tutto, tra intercettazioni ambientali e telefoniche, sono oltre 870 le ore di conversazione contenute nell’inchiesta, una mole incredibile di lavoro per i 19 periti incaricati dal tribunale, a cui dallo scorso dicembre sono stati affiancati altri 16. Anche perché nel corso del processo per loro il lavoro si è più che raddoppiato: dagli 8mila progressivi iniziali, fino ai 18mila e cento attuali.
MARCO CARTA

26 Gennaio 2017
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo