Cinema/Ti presento Toni Ermann
8:05 am, 23 Gennaio 17 calendario

Tra genitori e figli si ride fra gli addii

Di: Redazione Metronews
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ROMA Si traveste da tutto e ama girare con parrucche e denti finti. Adora fare il clown ogni volta che può ma noi lo vediamo all’opera soprattutto nell’ambiente di lavoro della figlia, giovane donna tutto business e tailleur. Dalla Germania alla Romania dove la figlia lavora e da qui dritto al cuore di un rapporto con lei  che cerca disperatamente di recuperare.
Nel mezzo, di tutto tamto da uscire dal cinema con la convinzione che un padre così non lo abbiamo mai visto. Di certo mai nel cinema tedesco. Ma, come ci racconta Maren Ade, regista di “Ti presento Toni Erdmann” (vincitore di ben 5 Oscar europei, in corsa per gli Academy Awards, dal 23 febbraio nei cinema italiani), «non è vero che i tedeschi non hanno il senso dell’umorismo, semmai lo nascondono».
Questo film, in cui si ride molto, lo ha pensato come una commedia? 
No, per me è il dramma di un padre che per recuperare un rapporto con la figlia si inventa di tutto. Come per molti l’umorismo è un modo per far fronte a situazioni difficili.
Che cosa possiede di autobiografico il personaggio? 
Inevitabilmente  parlo di ciò che conosco e ho vissuto. Mio padre è meno divertente del protagonista ma anche lui scherza di continuo e usa denti finti.
La storia parla di padre e figlia come di due mondi. Lei a quale appartiene? 
Il padre è un artista a suo modo e con la risata cerca il dialogo ma io mi sento più vicina alla figlia, una workaholic, maniaca del lavoro come me.
A cosa punta questa storia? 
All’idea della famiglia che non si sceglie, a differenza di un marito o di un amico. È quella e basta e devi conviverci. Ci sono tanti modi per farlo. Anche strani modi.
Il film si chiude su una considerazione sulle cose che finiscono e che noi, troppo impegnati, spesso non cogliamo in tempo… 
Volevo ci fosse anche questo. Soprattutto i rapporti genitori-figli sono fatti di inizi e fine, e quando una cosa comincia per il figlio, spesso finisce per il genitore. Anche per questo il film è pieno di addii. 
SILVIA DI PAOLA 
 

23 Gennaio 2017
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