Maurizio Baruffaldi
6:02 am, 26 Ottobre 16 calendario

Io Bike messenger invisibile sulle strade

Di: Redazione Metronews
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È una ragazza che ha lavorato per diversi corrieri espressi di Bike messengers. Quelli che consegnano di tutto, e non solo cibo come la Foodora. Laura (nome di fantasia) ci racconta la passione per la bicicletta che diventa un lavoro, anche se duro e pagato poco. Arriva con una bici essenziale, telaio da corsa, un parafanghino che spunta come un lingua sbilenca e assetata, grande zaino rettangolare sulle spalle, giacca a vento, panta neri su gambe solide. E un sorriso da bambina. La bicicletta fa questo: scalda dentro, e illumina lo sguardo. La sua è a scatto fisso.
– È meglio. Ti permette di controllarla anche con le gambe. Come andare a cavallo. 
Cominciamo con l’orientarci. 
– All’inizio mi muovevo usando le arterie principali, le circonvallazioni, e mi aiutavo con Google map. Poi sono passata alla mappa cartacea. La tieni intera, unici i punti, e alla fine la città “la vedi” in testa. E pedali più veloce che puoi.
– Certo, ma non è solo questione di gambe. Studiare il percorso più breve, incastrare le consegne sul percorso è una questione di testa. 
Obbligatorie le previsioni meteo.
– Sì, anche se per il meteo piove più spesso di quanto succeda. E poi non esiste buono o cattivo tempo, ma solo buono o cattivo equipaggiamento: è il mantra del BM. 
Quali sono i veri nemici? 
-Tutti quelli che posteggiano sulle ciclabili, nelle corsie riservate, le auto che escono dal parcheggio senza freccia. Per un bike messenger l’asfalto è lo spazio vitale. Però sei invisibile. E non sai la prepotenza, e gli insulti violenti. 
Ha senso usare quei frammenti sparsi delle piste ciclabili? 
– Quando ci sono però le uso. È importante. Incentiva.
I ladri di biciclette. 
– Quelli ci sono sempre. Le nostre bici però sono riconoscibili: lavori per un’Agenzia. Ad un amico l’hanno rubata, e un collega l’ha vista legata a un palo. È andato lì e ci ha aggiunto due suoi lucchetti; poi ha chiamato i carabinieri.
Quali sono gli oggetti più curiosi che hai consegnato? 
– Capita spesso di passare da gioielliere e orafi, ma anche dei tappetini in un centro yoga. Una volta ho portato un mazzo di fiori dritto nello zaino. Mi piaceva, perché in quel fiori c’era come il passaggio di un sentimento.   
I prezzi? 
– Dipendono dal peso, dalla distanza, dalle dimensioni. Se devi usare il cargo (sorta di prolunga con cassone) costa di più. Quando lo carichi fino a riempirlo, guidi con solo gli occhi che spuntano, compressa come in un sandwich. 
C’è un’età massima?
– Ti affiancano e ti testano, prima. Ne conoscevo uno che ne aveva più di 40, e 20 in strada. A respirare la città a pieni polmoni.
– Sì, spaventa un po’. Lo vedi alla fine del turno che ti soffi il naso e quello che esce è nero. L’aria che respiriamo è questa.
È un lavoro che si fa per brevi periodi, in attesa di qualcosa di meglio? 
– Ho provato a lavorare in luoghi chiusi. Ma niente. Questo lavoro lo faccio per scelta. E lo farò fino a quando mi tengono le ginocchia.
Un’idea di quanto si guadagna. 
– Troppi dipende. Ma sono dai 6 agli 8 euro all’ora, toh. Molto, molto a spanne. Meno di una donna delle pulizie, e come una cameriera alle prime armi.  Ma vuoi mettere pedalare?
MAURIZIO BARUFFALDI
giornalista e scrittore

26 Ottobre 2016
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