Malpensa T1-T2
7:00 am, 4 Ottobre 16 calendario

Storia di un appalto “sfortunato”

Di: Redazione Metronews
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MALPENSA Evasione fiscale, ‘ndrangheta – dicono i magistrati -, conflitti di interesse e ritardi. Non manca proprio nulla nella (triste) storia dell’appalto del collegamento ferroviario T1-T2 di Malpensa. Come dimostrano i 14 arresti di lunedì decisi dalla Dda di Milano, che hanno portato in carcere costruttori, faccendieri e il dirigente di Nord Ing., società controllata da Ferrovie Nord Milano, Davide Lonardoni.
Non un nome qualunque, ma il figlio dell’ex potentissimo direttore generale di Fnm, Dario, oggi pensionato e assessore ai Lavori pubblici nel Comune di Saronno, perché in Fnm succede anche che i figli succedano ai padri… Ma le manette scattate ieri sono solo l’ultimo pezzo della lunga storia di questo appalto, che nasce malissimo e finisce peggio.
La storia
Il 7 settembre 2014 l’allora presidente Fnm (prima di essere arrestato), Achille, annunciò l’appalto da 115 milioni per una tratta ferroviaria lunga 3,6 km: a coordinare la grande opera, divisa in due lotti, sarebbero stati Fnm e Sea. Circa la fine dei lavori, Achille promise solennemente il primo treno per dicembre 2015. Inutili furono le lamentele dei sindaci della zona e degli ambientalisti, che sottolinearono come il costo al km fosse il doppio dell’alta velocità francese. Quel progetto si doveva fare.
A vincere l’appalto fu la Itinera, società del Gruppo Gavio, ma il Gruppo Gavio è anche il terzo azionista della stessa Fnm. Quindi già si parte male con un conflitto di interessi monstre, visto che la gara  al massimo ribasso viene vinta da un socio della società pubblica che la  indice.
Il percorso speciale
La seconda incongruenza è che il collegamento viene subito inserito nell’Elenco speciale delle opere fondamentali per Expo 2015, una decisione che gli assicura un percorso preferenziale in deroga dalle normali procedure di controllo sugli appalti, visto che deve essere pronta per il 1° maggio 2015, data di apertura dell’Esposizione Universale. Peccato che nei bandi la chiusura lavori fosse da subito prevista per marzo 2016.
Ma i guai sono appena cominciati: a fine ottobre 2015, il pm Bruna Albertini (la stessa che ha richiesto gli arresti di ieri) fa sequestrare tutte le carte riguardanti l’appalto del Lotto 2 – quello di pertinenza di Fnm – con l’ipotesi di reato che nelle procedure di subappalto intercorse tra Itinera e la società Titania, siano stati creati dei fondi neri.
La (non) fine lavori
Dati i presupposti e i risvolti, non è difficile immaginare che la consegna delle due stazioni a dicembre 2015 fosse fantascienza o semplice menzogna. E infatti a novembre 2015  la ferrovia era completata solo a metà. A maggio 2016 era pronta solo la parte di Sea, mentre il secondo lotto,  forse potrebbe vedere la luce a dicembre 2016. Tuttavia, vista anche l’ultima inchiesta, i tempi sono destinati ad allungarsi. Ancora.
ANDREA SPARACIARI
 

4 Ottobre 2016
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